febbraio 18, 2014 febbraio 18, 2014

Sanremo 2014 - Perché Sanremo è Sanromolo. (Ta-ta ta!)

Mi dissocio pubblicamente dall'inizio dedicato a De Andrè, il fatto che non mi piaccia è arcinoto. Pazienza, le mie gatte hanno gradito le coccole.

"Se chiama uno con la voce di Miguel Bosè..." me morto! :D

(Il titolo della canzone che passa in finale è in grassetto.)

ARISA

Giusto per dire, ma l'abuso edilizio non è quello della Littizzetto... per dire, neh!

Lentamente (il primo che passa)

Un bolero! Wow, che novità!
Le dissonanze! Caspita!
Voto: 5.

Controvento

Questa canzone da DOMANI, immediatamente, sarà in tutte le radio. Caruccia!
Orecchiabile ma per nulla semplice da cantare.
Voto: 7,5.


FRANKIE HI-NRG MC

Purtroppo non è proprio il mio genere. E non riesco ad immaginare un 44enne che fa rap a Sanremo.

Un uomo è vivo

"C'è un istante nel quale ogni uomo diventa suo padre / sua madre" Chiedo a semiologi, teologi e letterati un cortese aiuto per interpretare questo verso. In alternativa possono rispondermi anche andrologi, ginecologi, psicologi ed ottimi psichiatri.
Orecchiabile ma non buca.
Voto: 5.

Pedala

Minchia, è reggae.
(però buca più dell'altra...)
Voto: 2, senza però.

Ma gliel'hanno tradotta, "attaccate a 'sta banana", alla Castà? :D
Finalmente un'ospite che fa QUALCOSA! E anche divertente! E anche bella!


ANTONELLA RUGGIERO

Ha 61 anni e si comincia a vedere. Dappertutto tranne che nella voce.

Quando balliamo

Melodia sofisticata, ma buca poco pochino.
Voto: 5,5.

Da lontano

Organo Hammond? E allora siate più coraggiosi: VOLUME!
Purtroppo niente di che nemmeno questa canzone.
Voto: 5.


RAPHAEL GUALAZZI & THE BLOODY BEETROOTS

Non lo sopporto. Per niente. Con quell'aria da orsoyoghi saccente. E quel coso mascherato?

Tanto ci sei

Wow! Un coro gospel con tanto di tuniche nere! Forse per fare pendent con la maschera del coso?
Per non parlare del riverbero in stile piazzasanpietro...
Voto: 4.

Liberi o no

Minchia i melismi con tutti i registri di voce esistenti! E i guanti rossi del coro? E i Templari? e Rennes-le-Chateau?
Tante domanda alle quali non avremo risposta. Però il mio voto è...
Voto: 2,5.

Parliamo dei sessantanove anni della Carrà. Parliamo della sua energia. Parliamo della parodia della Littizzetto.
Ma non parliamo di Cha cha ciao. Vi prego!


CRISTIANO DE ANDRE'

Indovinate? Per osmosi la mia idiosincrasia si propaga anche alla seconda generazione.

Invisibili

Carino il ritornello in portoghese.
Voto: 5.

Il cielo è vuoto

Buono il climax ascendente, mi piace. Solo che il modo di cantarla mi ricorda un Vasco Rossi sedato.
Però se dovesse vincere sta canzone (perché secondo me passa questa...) io giuro che non commento più il Festival. A vita.
Voto: 6,5.


PERTURBAZIONE

Bello il gruppo allargato, violoncellista inclusa.

L'unica

Ironica al punto giusto: Erika, Angela, Monica, Arianna, Sara... sei sempre l'unica. Per volta.
Mi ricorda Mambo #5, mica è nuova come idea, ma fa stile.
Voto: 7.

L'Italia vista dal bar

Tanti luoghi comuni messi ben in fila e con una melodia accattivante.
Voto: 7.

Cat Stevens. Se vi dico che non lo conosco? Nel senso... ammetto che non è roba mia. MPC.


GIUSY FERRERI

Il taglio di capelli è voluto o è un incidente con la piastra?



L'amore possiede il bene

Il ritmo è carino, mai sentito niente del genere, a memoria.
Voto: 6

Ti porto a cena con me

"Portare a cena" e "passato", concetti messi insieme ripetutamente nel brano, indicano una cosa cheap a base di pasta e pomodoro?
Voto: 4



Ad occhio e croce, stiamo MOLTO sotto il livello medio di accettabilità dello spettacolo. Canzoni monotone, spettacolo piatto, Littizzetto sotto tono, Fazio vescovile.
Speriamo in una giravolta domani sera con le altre 14 canzoni, miei affezionati (!) lettori.
gennaio 29, 2014 gennaio 29, 2014

Tempus fugit.

Qualche giorno dopo aver preso possesso della sontuosa villa, Ernst Kazirra, rincasando, avvistò da lontano un uomo che con una cassa sulle spalle usciva da una porticina secondaria del muro di cinta, e caricava la cassa su di un camion.

Non fece in tempo a raggiungerlo prima che fosse partito. Allora lo inseguì in auto. E il camion fece una lunga strada, fino all'estrema periferia della città, fermandosi sul ciglio di un vallone.

Kazirra scese dall'auto e andò a vedere. Lo sconosciuto scaricò la cassa dal camion e, fatti pochi passi, la scaraventò nel botro; che era ingombro di migliaia e migliaia di altre casse uguali.

Si avvicinò all'uomo e gli chiese:
- Ti ho visto portar fuori quella cassa dal mio parco. Cosa c'era dentro? E cosa sono tutte queste casse?

Quello lo guardò e sorrise:
- Ne ho ancora sul camion, da buttare. Non sai? Sono i giorni.
- Che giorni?
- I giorni tuoi.
- I miei giorni?
- I tuoi giorni perduti. I giorni che hai perso. Li aspettavi, vero? Sono venuti. Che ne hai fatto? Guardali, intatti, ancora gonfi. E adesso?

Kazirra guardò. Formavano un mucchio immenso. Scese giù per la scarpata e ne aprì uno. C'era dentro una strada d'autunno, e in fondo Graziella la sua fidanzata che se n'andava per sempre. E lui neppure la chiamava.

Ne aprì un secondo. C'era una camera d'ospedale, e sul letto suo fratello Giosuè che stava male e lo aspettava. Ma lui era in giro per affari.

Ne aprì un terzo. Al cancelletto della vecchia misera casa stava Duk il fedele mastino che lo attendeva da due anni, ridotto pelle e ossa. E lui non si sognava di tornare.

Si sentì prendere da una certa cosa qui, alla bocca dello stomaco. Lo scaricatore stava diritto sul ciglio del vallone, immobile come un giustiziere.

- Signore! - gridò Kazirra. - Mi ascolti. Lasci che mi porti via almeno questi tre giorni. La supplico. Almeno questi tre. Io sono ricco. Le darò tutto quello che vuole.

Lo scaricatore fece un gesto con la destra, come per indicare un punto irraggiungibile, come per dire che era troppo tardi e che nessun rimedio era più possibile. Poi svanì nell'aria, e all'istante scomparve anche il gigantesco cumulo delle casse misteriose. E l'ombra della notte scendeva.

Dino Buzzati - 180 racconti - 1982
gennaio 11, 2014 gennaio 11, 2014

Remake

Quattro funerali e un matrimonio. Diciamo che questo 2013 e i suoi tempi supplementari, ha ampiamente cacato il cazzo. Anno di merda!

Piccole soluzioni geniali

La mossa segreta del sindaco Marino contro i "portoghesi": far salire i passeggeri dell'autobus dalla porta davanti in modo che gli autisti possano controllare i biglietti e più ispettori in borghese.

Prossimamente le altre mosse segrete per rendere più efficiente ogni nostra abitudine:
- bisognerà mangiare gli spaghetti con la forchetta, dopo averli arrotolati, e la pastina col cucchiaio;
- tutti dovremo portare gli zaini sulle spalle e le cartelle di documenti a mano;
- le luci del cinema dovranno tassativamente essere spente durante la proiezione dei film;
- in caso di temperature rigide occorrerà riscaldarsi e quando farà caldo bisognerà bagnarsi spesso, stare all'ombra, magari con l'aria condizionata, mangiare frutta e verdura e bere molta acqua. In quest'ultima incredibile rivoluzione verrà sostenuto periodicamente dai servizi del TG1 e dal meteo di StudioAperto.
gennaio 01, 2014 gennaio 01, 2014

Stamattina mi son svegliato AKA Benvenuto 2014

Stamattina mi sono svegliato e ho notato una cosa strana: tutto era al proprio posto.
Seriamente, il letto era sempre lì, l'armadio, le porte e tutte le altre stanze erano lì. E, incredibilmente, era lì anche la mia auto e la strada che porta in paese, così come le case che sono lì intorno, i paeselli che si vedono in cima alle colline, il mare che si intravede tra gli edifici.
Poi sono arrivato in paese e ho avuto come una conferma: le persone erano uguali a ieri, si comportavano allo stesso modo nel bar, ordinavano le stesse cose, erano vestite sempre così.
Perfino i negozi, le vetrine, il traffico, gli alberi, la spiaggia, i fiori delle aiuole, il cielo scuro, l'odore di mare, tutto era identico a ieri. Anche il tempo scorreva sempre uguale. E mi sono sentito disorientato.
No, perché... se tutto è uguale a ieri, se il primo giorno del 2014 è identico all'ultimo giorno del 2013, se non c'è soluzione di continuità, mi volete spiegare perché cazzo io dovrei cambiare? Perché fare buoni propositi quando tutto intorno a me rimane così com'è?

E allora pigliatevi 'sti auguri e 'nto culu le buone intenzioni per l'anno nuovo!
dicembre 23, 2013 dicembre 23, 2013

Natale?

Mai sentita così pressante l'assenza completa del Natale. Sarà perché non ho tempo (a causa del soverchio lavoro), o perché che non vedo la TV (che comincia a martellarti con le pubblicità del pandoro dal 3 novembre...), oppure a causa della solitudine (mi è mancato il contagio da compagnia), insomma, 'sto Natale sta per arrivare e chissà come passerà.
Buon Natale, neh.
novembre 24, 2013 novembre 24, 2013

Wiki Gasperina

http://it.wikipedia.org/wiki/Gasperina

Clima

Gasperina gode di una particolarità, che la rende di fatto un'enclave climatica nella provincia di Catanzaro. Osservando le previsioni del tempo, quando leggete "Peggioramento sulle Alpi Occidentali, Piemonte e Liguria, con piogge anche a carattere di rovescio o neve", a Gasperina già piove a dirotto.
Quando leggete "Residui annuvolamenti e piovaschi di lieve intensità sulle regioni ioniche, sul Salento e sulla Sicilia Orientale", a Gasperina piove ancora a dirotto.
E quando leggete: "Banchi di nebbia in Pianura Padano-Veneta e nelle valli minori", a Gasperina non si vede un cazzo per giorni.

Dite che quelli di Wikipedia accettano questa mia integrazione?
ottobre 24, 2013 ottobre 24, 2013

Tenerezza

C'è un palazzo sulla strada, un palazzo moderno con un piazzale piastrellato e due grandi leoni di gesso a guardia dello slargo.
C'è un ragazzo nero sta facendo volantinaggio in una splendida giornata di sole. Infila il volantino nella buca di quel palazzo e fa per andarsene.
Poi guarda uno dei due leoni. Estrae il cellulare e si fotografa con lui.

Fierezza e tenerezza. Certo, anche tanto kitsch, ma tanta tenerezza.
ottobre 14, 2013 ottobre 14, 2013

L'infinito

Albert Einstein: "Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana. E non sono così sicuro per quanto riguarda l'universo."
Ma la cosa più infinita di tutte è il peggio.