Un po' di luce nel blog
C'era bisogno di un po' di luce, in questo buio. Sì, certo, m'ero abituato a quel quasi nero, dopo cinque anni e mezzo... ma è giusto anche cambiare.
In fondo, in un'altra vita, io ero Chiaro.
Spero sia di vostro gradimento e che non vi disorienti troppo*.
*Trad: Se avete dei pomodori e avete buona mira, almeno tirate piano!
novembre 04, 2008
novembre 04, 2008
novembre 02, 2008
novembre 02, 2008
Anacronismi
Ci sono 30° al sole, 22° all'ombra; sono uscito in maniche corte e non ci stavano male nemmeno i bermuda. Ieri c'erano tre persone che facevano il bagno in mare.
Nonostante questo, tutti i fruttivendoli aperti hanno la fornacella per arrostire le castagne. Ieri mi sono rifiutato di mangiare i mandarini perché "fanno troppo inverno"!
Ci sono 30° al sole, 22° all'ombra; sono uscito in maniche corte e non ci stavano male nemmeno i bermuda. Ieri c'erano tre persone che facevano il bagno in mare.
Nonostante questo, tutti i fruttivendoli aperti hanno la fornacella per arrostire le castagne. Ieri mi sono rifiutato di mangiare i mandarini perché "fanno troppo inverno"!
ottobre 31, 2008
ottobre 31, 2008
E in tema di scuola...
...come non citare questa barzellettina gustosa?
Un professore universitario in crisi mistica decide di cambiar vita e va a vivere in campagna. Va da un contadino chiedendo di essere assunto. "Va bene" dice il contadino "la metto alla prova e vediamo che sa fare. Là c'è una cassetta di mele. Divida le marce dalle buone. Poi ci sono due tonnellate di stallatico da mettere sul campo. Infine mi deve dire quante balle di fieno abbiamo nel fienile."
Dopo qualche ora torna dal professore e lo vede, incasinatissimo, con una mela in mano. Lo stallatico invece è sparso per bene e le balle di fieno sono ordinate e contate. "Ma come? Non sa fare una cosa così semplice?" "Guardi, a far scelte buone non son tanto bravo, ma a spargere merda e a contar balle..."
...come non citare questa barzellettina gustosa?
Un professore universitario in crisi mistica decide di cambiar vita e va a vivere in campagna. Va da un contadino chiedendo di essere assunto. "Va bene" dice il contadino "la metto alla prova e vediamo che sa fare. Là c'è una cassetta di mele. Divida le marce dalle buone. Poi ci sono due tonnellate di stallatico da mettere sul campo. Infine mi deve dire quante balle di fieno abbiamo nel fienile."
Dopo qualche ora torna dal professore e lo vede, incasinatissimo, con una mela in mano. Lo stallatico invece è sparso per bene e le balle di fieno sono ordinate e contate. "Ma come? Non sa fare una cosa così semplice?" "Guardi, a far scelte buone non son tanto bravo, ma a spargere merda e a contar balle..."
ottobre 30, 2008
ottobre 30, 2008
Brunetta, ti cerca Biancaneve
Questo è uno degli slogan, tra i più carini, scritti sugli striscioni o su cartelli più o meno improvvisati durante le manifestazioni di protesta contro il Decreto Legge 133/2008 emanato dal governo.
Repubblica.it, con le sue mille immagini, ha raccolto uno spaccato di questa Italia che protesta e che non ce la fa più di tagli, promesse mancate, maggiori tasse, precariato in aumento, rigurgiti fascisti...
Mi va di raccogliere e trascrivere qualcuno di questi slogan, i più carini e divertenti, perché virtualmente voglio unirmi al coro di dissenso.
Un gruppo di persone in camice bianco espone due striscioni: "La Gelmini nuoce gravemente alla ricerca" e "Facoltà di Precariato, ex Biotech".
Un ragazzo ha un foglietto in mano: "Adopt an italian student".
Un cartellone che riproduce un santino con la faccia della Gelmini, tutto infiorato, e con la didascalia: "Beata Ignoranza".
Con la stessa grafica di un pacchetto di Marlboro e la faccia della ministra: "Nuoce gravemente all'istruzione".
"80.000 prof per strada. E le prostitute dove le mettete?"
"Gelmini sarta subito!", alludendo ai tagli.
"Cogito ergo sugnu ccà" (Penso, dunque sono qui... in Latino-Palermitano)
Su uno striscione con i colori della scatola dell'Enterogermina: "EnteroGELMINI. Attenzione: non somMINISTRAre agli studenti italiani"
Su un pentagramma con tanto di chiave di violino: "Il conservatorio canta un NO di petto"
Il poetico: "Le nostre maestre sono già uniche"
"Gelmini adottami: l'università me la paghi tu"
Su una maglietta indossata da un bimbo: "+ bambini - Gelmini". (E a chi protesta sull'uso dei bambini in una manifestazione, ricordo che i primi a portarli in piazza furono proprio quei baccalà promotori del Family Day)
"Gelmini mani di forbice"
"Bagnata da tre mari, prosciugata da Tremonti" (ma vi ricordo questo mio post, a proposito)
E infinite orecchie d'asino, cartelli di "Vendesi" o "Affittasi" per la scuola italiana...
Questo è uno degli slogan, tra i più carini, scritti sugli striscioni o su cartelli più o meno improvvisati durante le manifestazioni di protesta contro il Decreto Legge 133/2008 emanato dal governo.
Repubblica.it, con le sue mille immagini, ha raccolto uno spaccato di questa Italia che protesta e che non ce la fa più di tagli, promesse mancate, maggiori tasse, precariato in aumento, rigurgiti fascisti...
Mi va di raccogliere e trascrivere qualcuno di questi slogan, i più carini e divertenti, perché virtualmente voglio unirmi al coro di dissenso.
Un gruppo di persone in camice bianco espone due striscioni: "La Gelmini nuoce gravemente alla ricerca" e "Facoltà di Precariato, ex Biotech".
Un ragazzo ha un foglietto in mano: "Adopt an italian student".
Un cartellone che riproduce un santino con la faccia della Gelmini, tutto infiorato, e con la didascalia: "Beata Ignoranza".
Con la stessa grafica di un pacchetto di Marlboro e la faccia della ministra: "Nuoce gravemente all'istruzione".
"80.000 prof per strada. E le prostitute dove le mettete?"
"Gelmini sarta subito!", alludendo ai tagli.
"Cogito ergo sugnu ccà" (Penso, dunque sono qui... in Latino-Palermitano)
Su uno striscione con i colori della scatola dell'Enterogermina: "EnteroGELMINI. Attenzione: non somMINISTRAre agli studenti italiani"
Su un pentagramma con tanto di chiave di violino: "Il conservatorio canta un NO di petto"
Il poetico: "Le nostre maestre sono già uniche"
"Gelmini adottami: l'università me la paghi tu"
Su una maglietta indossata da un bimbo: "+ bambini - Gelmini". (E a chi protesta sull'uso dei bambini in una manifestazione, ricordo che i primi a portarli in piazza furono proprio quei baccalà promotori del Family Day)
"Gelmini mani di forbice"
"Bagnata da tre mari, prosciugata da Tremonti" (ma vi ricordo questo mio post, a proposito)
E infinite orecchie d'asino, cartelli di "Vendesi" o "Affittasi" per la scuola italiana...
ottobre 29, 2008
ottobre 29, 2008
Jeanne Moreau - Le tourbillon de la vie
Una canzone meravigliosa e dolcissima!
Elle avait des bagues à chaque doigt
Des tas de bracelets autour des poignets
Et puis elle chantait avec une voix
Qui sitôt m’enjôla
Elle avait des yeux, des yeux d’opale
Qui me fascinaient, qui me fascinaient
Y avait l’ovale de son visage pâle
De femme fatale qui me fut fatal
De femme fatale qui me fut fatal
On s’est connus, on s’est reconnus
On s’est perdus de vue, on s’est reperdus de vue
On s’est retrouvés, on s’est réchauffés
Puis on s’est séparés
Chacun pour soi est reparti
Dans le tourbillon de la vie
Je l’ai revue un soir, aïe aïe aïe
Ça fait déjà un fameux bail
Ça fait déjà un fameux bail
Au son des banjos je l’ai reconnu
Ce curieux sourire qui m’avait tant plu
Sa voix si fatale, son beau visage pâle
M’émurent plus que jamais
Je me suis soûlé en l’écoutant
L’alcool fait oublier le temps
Je me suis réveillé en sentant
Des baisers sur mon front brûlant
Des baisers sur mon front brûlant
On s’est connus, on s’est reconnus
On s’est perdus de vue, on s’est reperdus de vue
On s’est retrouvés, on s’est séparés
Puis on s’est réchauffés
Chacun pour soi est reparti
Dans le tourbillon de la vie
Je l’ai revue un soir, ah là là
Elle est retombée dans mes bras
Elle est retombée dans mes bras
Quand on s’est connus, quand on s’est reconnus
Pourquoi se perdre de vue, se reperdre de vue?
Quand on s’est retrouvés, quand on s’est réchauffés
Pourquoi se séparer?
Alors tous deux on est repartis
Dans le tourbillon de la vie
On a continué à tourner
Tous les deux enlacés
Tous les deux enlacés
Tous les deux enlacés
Una canzone meravigliosa e dolcissima!
Elle avait des bagues à chaque doigt
Des tas de bracelets autour des poignets
Et puis elle chantait avec une voix
Qui sitôt m’enjôla
Elle avait des yeux, des yeux d’opale
Qui me fascinaient, qui me fascinaient
Y avait l’ovale de son visage pâle
De femme fatale qui me fut fatal
De femme fatale qui me fut fatal
On s’est connus, on s’est reconnus
On s’est perdus de vue, on s’est reperdus de vue
On s’est retrouvés, on s’est réchauffés
Puis on s’est séparés
Chacun pour soi est reparti
Dans le tourbillon de la vie
Je l’ai revue un soir, aïe aïe aïe
Ça fait déjà un fameux bail
Ça fait déjà un fameux bail
Au son des banjos je l’ai reconnu
Ce curieux sourire qui m’avait tant plu
Sa voix si fatale, son beau visage pâle
M’émurent plus que jamais
Je me suis soûlé en l’écoutant
L’alcool fait oublier le temps
Je me suis réveillé en sentant
Des baisers sur mon front brûlant
Des baisers sur mon front brûlant
On s’est connus, on s’est reconnus
On s’est perdus de vue, on s’est reperdus de vue
On s’est retrouvés, on s’est séparés
Puis on s’est réchauffés
Chacun pour soi est reparti
Dans le tourbillon de la vie
Je l’ai revue un soir, ah là là
Elle est retombée dans mes bras
Elle est retombée dans mes bras
Quand on s’est connus, quand on s’est reconnus
Pourquoi se perdre de vue, se reperdre de vue?
Quand on s’est retrouvés, quand on s’est réchauffés
Pourquoi se séparer?
Alors tous deux on est repartis
Dans le tourbillon de la vie
On a continué à tourner
Tous les deux enlacés
Tous les deux enlacés
Tous les deux enlacés
ottobre 28, 2008
ottobre 28, 2008
Cul-tura
Visto che la cultura non paga (0 commenti nel post precedente, forse il più culturale che abbia mai scritto, e un calo vertiginoso delle visite al blog che nemmeno il Mibtel...), proviamo ad avvalerci di un post cul-turale.
(nella foto, la Cul-tura con la Cul maiuscola, in una lectio magistralis di Eva Henger)
Visto che la cultura non paga (0 commenti nel post precedente, forse il più culturale che abbia mai scritto, e un calo vertiginoso delle visite al blog che nemmeno il Mibtel...), proviamo ad avvalerci di un post cul-turale.
(nella foto, la Cul-tura con la Cul maiuscola, in una lectio magistralis di Eva Henger)
ottobre 25, 2008
ottobre 25, 2008
Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn), a Roma l’11 febbraio 1950.
Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la costituzione, non la vuole violare in sostanza.
Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali.
C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata.
Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci).
Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle.
Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito.
Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle di stato.
E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private.
A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.
Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere.
Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private.
Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.
(Pubblicato sulla rivista “Scuola democratica”, 20 marzo 1950).
Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la costituzione, non la vuole violare in sostanza.
Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali.
C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata.
Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci).
Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle.
Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito.
Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice, di quelle di stato.
E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private.
A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle sue scuole private.
Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere.
Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L’operazione si fa in tre modi, ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni.
Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private.
Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico.
(Pubblicato sulla rivista “Scuola democratica”, 20 marzo 1950).
ottobre 19, 2008
ottobre 19, 2008
Rifondazione Corista
Sta per ricostituirsi il mega-iper-super-coro dei bei tempi.
Finora ci sono 6 persone.
Sarei il solito preparatore-senza-menzione, il carpentiere in un mondo di architetti.
Oggi il prete dopo il matrimonio praticamente ci ha imposto di partecipare.
Sono indeciso sulla risposta da dare...
[ ] Nemmeno con una paga da dirigente dell'ASL!
[ ] Dimenticami!
[ ] Visto che ci vorrebbe un miracolo, io me ne vado, voi attendete la Grazia.
[ ] Sto per cambiare casa. Vado su Marte.
[ ] Ringrazio il Dottore, ma rifiuto l'offerta e vado avanti.
[ ] MPC!
Sta per ricostituirsi il mega-iper-super-coro dei bei tempi.
Finora ci sono 6 persone.
Sarei il solito preparatore-senza-menzione, il carpentiere in un mondo di architetti.
Oggi il prete dopo il matrimonio praticamente ci ha imposto di partecipare.
Sono indeciso sulla risposta da dare...
[ ] Nemmeno con una paga da dirigente dell'ASL!
[ ] Dimenticami!
[ ] Visto che ci vorrebbe un miracolo, io me ne vado, voi attendete la Grazia.
[ ] Sto per cambiare casa. Vado su Marte.
[ ] Ringrazio il Dottore, ma rifiuto l'offerta e vado avanti.
[ ] MPC!
ottobre 14, 2008
ottobre 14, 2008