settembre 18, 2008 settembre 18, 2008
Barrare opportunamente con una x



[   ] Un cane

[   ] Un gatto

[   ] Un amore

[   ] Un ricordo

[   ] Un diamante

[   ] Un cazzo

[   ] Una figa

[   ] Un amico

[   ] Una casa

[   ] Berlusconi

[   ] Un'amica

[   ] Una canzone

[   ] Un viaggio

[   ] Dio

[   ] La verità

[   ] Un bacio

[   ] Niente

[   ] Una stella

[   ] Microsoft

[   ] Un tradimento

[   ] ___________



...è per sempre.





Edit: ne ho aggiunti un paio che mi sembravano meritevoli...
settembre 17, 2008 settembre 17, 2008
Un aforisma con copyright



"Dio è la paura stessa che egli esista."



17.9.2008 © regulus21 & rottenman
Rarità delle rarità



Caparezza, prima di diventare così famoso, suonava nei sottani di Molfetta con gli amici. Un po' come tutti gli appassionati di musica che vogliono sfogare il proprio estro.

Il suo gruppo si chiamava Sunny Cola Connection (notate l'assonanza con San Nicola e capirete qualcosa in più del mito-Caparezza) e con loro ha realizzato un album dal titolo "Alla molfettesa manera".

Un album divertentissimo, assolutamente esilarante ma sempre con quel disincanto tipico di M-Kael Salvemini, che adesso finalmente tutti conosciamo.



La canzone col testo più assurdo di tutti è "Nen è colp le me" (Non è colpa mia), la numero 7.

Ebbene, il lavoro non sarà accuratissimo, ma eccone la traduzione: c'ho impiegato più di venti minuti (la parte rappata è micidiale!), ma alla fine ci son riuscito!



I fan altoatesini di Caparezza - che hanno scaricato tutto lo scaricabile dai siti ma non hanno mai capito un cazzo di quello che diceva, insieme ai suoi compagni - saranno un pochino più contenti.

Ho lasciato inalterate alcune espressioni idiomatiche tipicamente molfettesi, mettendo tra parentesi la loro traduzione.





Nen è colp le me / Non è colpa mia – Sunny Cola Connection





…che è successo, che è successo?



Uomo:

Sono stato un’ora e mezzo davanti al portone

E “sua signoria” non s’era ancora sbrigata

Poi sei entrata nella macchina di corsa

Avevi tutti i capelli scompigliati

Ti ho portato dritto alla Prima Cala (una spiaggetta di molfetta, Pomiciopoli)

E tu niente, nemmeno un bacio

Ieri sera mi hai detto “Non esco”

E ti ho trovato a pomiciare con un “vastaso” (uomo molto fine)



Che fine ha fatto il bene che mi volevi?

Che fine ha fatto quel preservativo?

Dimmi perché quando ti chiamo non mi cachi (non mi consideri)

Se non mi vuoi perché non ti alzi e te ne vai?



Non è colpa mia se le femmine son tutte puttane

Non è colpa mia se a questo punto non ti posso vedere (non ti sopporto)

Non è colpa mia, non è colpa mia,

apri la porta e vattene, vattene ragazza, fattelo menare (ROTFL)



Non piangere che mi vengono i nervi

Se vuoi un gelato, te lo compri e te lo mangi

Nella tasca non ho soldi

Ho la 100 (milalire), vabbene, devi scambiarla

Mannaggia al diavolo, stasera, mannaggia

Ti porto a casa, non ti voglio più appresso

Sembra che tua madre ti ha fatto ma t’ha messo il cervello a rovescio



Rap:

Io, io, mi ricordo che stavo tranquillo “a ciuccio” (abbestia…) quando stavo con te

Che se tenevo l’angoscia o tenevo i problemi dicevo: “Che me ne frega?

Tengo a questa (ho la ragazza)!”

E pure se eri un cesso t’avrei voluta lo stesso

Perché sei intelligente e non sei una “polpessa” (una sciocca all’ennesima potenza)

Ma ora che ti ho conosciuta per me sei come uno scarafaggio

Ti schiaccerei, perché magari pensi di essere la principessa di sto cazzo

Ti prenderei in braccio e ti sbatterei come un polpo sullo scoglio

“Goccia che ti piglia” (che ti possa venire un colpo!)



Non è colpa mia se le femmine son tutte puttane

Non è colpa mia se a questo punto non ti posso vedere (non ti sopporto)

Non è colpa mia, non è colpa mia,

apri la porta e vattene, vattene ragazza, fattelo menare



Ragazza:

Sono stata un’ora e mezza giù al portone

E “sua signoria” stava sentendo la partita

Ho bussato al finestrino ma tu

Stavi nervoso e non mi hai calcolato

E quella sera “menava la bavetta” (tirava vento)

E i capelli si sono tutti scompigliati

In testa mi sono messa la cuffietta

Ma nemmeno allora si sono aggiustati



Che fine ha fatto la Juve dei morti che tieni?

Che fine ha fatto il 13 alla schedina?

Dimmi perché quando ti chiamo non mi “capi” (presti attenzione)

La ragione, so io dove sta!

Mannaggia al diavolo, stasera, mannaggia

Mi sono scocciata, non ti voglio più appresso

Vai ad arricchire a qualcun’altra

Perché tu a me mi hai angosciato abbastanza

Io sono una donna e tu non te ne accorgi

Mi sembra che tu sia nato “ad un’orecchia” (mezzo frocio)

E quando verrai la prossima volta

Tu avrai “calecchia” (un cazzo di niente)



Non è colpa mia se le femmine son tutte puttane

Non è colpa mia se a questo punto non ti posso vedere

Non è colpa mia, non è colpa tua

Apri la porta e vattene, vattene da qui

Vattene ragazzo… ricchione!
settembre 14, 2008 settembre 14, 2008
Sarà...



Sarà che quando mi si nominano Sicilia, Palermo, Catania, Lentini... ACIREALE... mi si drizzano le orecchie...

Sarà che quando penso a Miss Italia mi vengono in mente Martina Colombari, Mirka Viola (!), Tania Zamparo e soprattutto ANNA VALLE...

Sarà che quando Miss Italia e Sicilia si mettono insieme producono cose meravigliose...







...ma questa donna, Miriam Leone, Miss Italia 2008, è veramente STUPENDA!
settembre 13, 2008 settembre 13, 2008
A voler dirla tutta



Sono proprio uno stupido! Come si fa a svuotare il mare con un mestolo? A contare i granelli di sabbia e le stelle del cielo?



Come si fa a togliere dalla mente, ad una ad una, le briciole di un tempo spezzato e condiviso?
settembre 11, 2008 settembre 11, 2008
Prodezza culinaria*



- 6 pomodorini, raccolti personalmente dal terreno accanto al mio (ci vorrebbe la faccina furtiva che fischietta indifferente)

- 2 foglie di menta prese dal balcone di casa

- 2 acciughe messe sotto sale da mia madre (ci hanno regalato 15 kg di alici, che ne vuoi fare? mangiarle tutte insieme?)

- un cucchiaino di capperi

- uno spicchio d'aglio

- un cucchiaio d'olio d'oliva, fatto con le nostre olive

- un paio di gocce di olio santo (peperoncini coltivati sul balcone macerati nel nostro olio)

- un pizzico di sale di Margherita (diamo a Klà quel ch'è di Klà)

- due pizzichi d'origano coltivato in campagna e sgranato da mio padre

- 150g di fusilli



Stasera mi so' fatto una magnata che non facevo da tempo. Minchiachebbuono!





*E a Luke quel ch'è di Luke...
settembre 09, 2008 settembre 09, 2008
La pazienza del ragno



Carissimo, ho deciso che prima o poi dovrai uscire dalla mia vita. Dovrò scegliere se allontanarti poco a poco, escluderti dai miei pensieri, dalle nostre confidenze, dalla quotidianità, oppure recidere con un sol colpo tutto ciò che ci lega.

Non sarà per nulla facile dirti addio, ma piuttosto che dilaniarmi ancora, lascerò che tu vada.



Credo che anche tu stia decidendo una cosa del genere, più o meno pianificata ed ampia, un'esigenza che ha origine da qualche parte del tuo caleidoscopico mondo. A questo punto vedremo chi avrà meno pazienza o meno tempo a disposizione.



Al ragno non si sfugge.
E fu settembre



E' tristezza, soprattutto.

E' uno sguardo al futuro che non c'è, è paura di vedere e di sentire.

E' la corsa verso mete lontane, più lontane di un'aquila appagata.

E' l'invito a parlare di me e delle mie cantine umide e polverose.

E' la linea immaginaria tra oggi e dopodomani.



E' l'orrore dell'inettitudine davanti al dolore, la corona di spine sulla mia vita.
settembre 07, 2008 settembre 07, 2008
I due Bravi



Le miti temperature settembrine (ieri sera 32°, oggi pomeriggio 36° all'ombra, ora siamo sui 34°), portate da un favonio che rompe le tempie e brucia le guance, mi hanno condotto a mare come alternativa a "stai sul PC e prova a sbobinare i filmati del tirocinio".



Essì, sono un debole e mi trovo già a stendere il mio gigantesco telo da mare su una minuscola spiaggetta al centro città. L'unico posto libero è quasi coi piedi in acqua ma accetto volentieri il compromesso, sempre temendo che i DVD si fossero nascosti nello zaino... e poi "BU'! SBOBINACI, FANCAZZISTA BASTARDO!". Almeno l'acqua li avrebbe tenuti lontani.



Mi piazzo casualmente davanti a due ragazzi... stendo il telo... mmm... uno dei due lo conosco, e anche l'altro lo individuo immediatamente: erano nella mia classe alla scuola comunale. Uno ha 17 anni, l'altro ne ha 19.

Prima fanno un po' gli snob, parlano tra loro, salutano di sbieco, e io studio roba sull'Alzheimer e sfumacchio la mia meritata sigaretta pomeridiano-marittima. Sono entrambi due marcantoni - sebbene magrissimi, e mi superano abbondantemente in altezza, evidentemente sono stati concimati per bene.



Vado a fare eccezionalmente il secondo bagno nel mio piccolo paradiso tropicale - perché l'acqua oggi non aveva nulla da invidiare alle bellezze salentine - e tornando a riva uno dei due, il più piccolo, all'epoca il più bello, gentile e tranquillo dei bambini, attacca bottone.

- Che fai, cosa studi, ancora a studiare stai, dove esci la sera, come sei cresciuto, sei zitato, domani ricomincia la scuola così smetto di chattare...

E poi, a riva, attacco io bottone con l'altro, una delle pesti più terribili e fancazziste che avevo in classe.

- Che fai, lavori, ancora a studiare stai, pure io studio, me ne voglio andare di qua, fai sempre casino?, i negri ci tolgono il lavoro...



Il più piccolo è sempre bello, un po' meno tranquillo e gentile. Il più grande è MOLTO più tranquillo, ha ancora la "capa" da bulletto, ma lavora sodo, aiuta sua madre coi suoi soldi e si paga anche una scuola privata "perché il diploma serve".



Mi accorgo che per loro ho ancora un ruolo da insegnante, educatore o qualcosa del genere: nel parlare sono sempre molto contenuti. In una frase metto volutamente un "cazzo" come esclamazione. Dopo due frasi, l'ex-peste prima si scusa e poi dice "cazzo". Al che gli sorrido e dico: "Guarda che a mare si può dire 'cazzo'!".



Un bel pomeriggio, che dire!