gennaio 21, 2008 gennaio 21, 2008
St-ridere



L'inganno viene dalla terra

le carte sulla scrivania tacciono

nelle loro scatole di plastica

non so perché scrivo

per togliere la polvere dai tasti

per ipnotizzarmi di clic

per sci-volare nella rete




Grigio come il fumo di fabbrica

da una ci-miniera emerge

e se suonasse un disco

lo fermerei lo spezzerei

lo rinnegherei lo brucerei

sarei fuoco per amore

del silenzio




E tu sei andata via

ma sento ancora la tua voce

hai rubato le lancette

perché non ti scordassi

perché maledicessi

ogni

secondo

ancora




ogni

lacrima

ancora



ogni

stridente sorriso.
gennaio 18, 2008 gennaio 18, 2008
Nostalgia



Ho salutato un amico che non vedevo da un po', il quale mi ha detto che era appena tornato da una settimana di vacanza a Madrid. La compagnia era decisamente piacevole, ma ho dovuto pregarlo di terminare il racconto, poiché la nostalgia mi stava uccidendo: Madrid è l'unica città nella quale, se mi venisse offerta la possibilità, mi trasferirei anche il giorno dopo!
gennaio 17, 2008 gennaio 17, 2008
Sì perditempo



Mi è stata attivata la promozione Free200 da parte di Vomitel, sebbene con NOVE giorni di ritardo.



Si accettano prenotazioni.
gennaio 16, 2008 gennaio 16, 2008
Inequivocabilmente ed inesorabilmente depresso



Sapevo che il fondo l'avrei toccato. Eccolo.



Ascolto "Practice is perfect" di Andy McKee e godo, ma con l'ansia di buttarmi sulla cosa in assoluto più depressogena che possiedo: la seconda parte del Requiem di Verdi.

Quella che ho sempre amato, che ho cantato sprizzando ossimoricamente gioia da tutti i pori. Quella che non canterò mai più perché è apparsa la scritta "Game over".



Libera me de morte æterna in die illa tremenda.
Basta polemiche!







(da qui)
gennaio 14, 2008 gennaio 14, 2008
Un fiore tra l'asfalto (da "A flor e a náusea" di Carlos Drummond de Andrade)



Un fiore è nato nella strada!

Passate al largo, tram, autobus, fiume d'acciaio del traffico.

Un fiore ancora scolorito

elude la polizia, fora l'asfalto.

Fate silenzio, fermate tutti gli affari,

vi assicuro che è nato un fiore.

Il suo colore non si vede.

I suoi petali non si aprono.

Il suo nome non si trova nei trattati.

È brutto. Ma è un fiore.

È riuscito a sfondare l'asfalto, il tedio, lo schifo e l'odio.





(Io aspetto, eh.)
C'era già!



Il Polygen sulle armi di Goldrake...



Ma quelle di Razinger sono meglio!
gennaio 13, 2008 gennaio 13, 2008
Chist'è 'o paese dd'o sole!



Nella quasi totalità dei miei viaggi sulla sponda tirrenica ho trovato condizioni meteorologiche peggiori di quelle che avevo lasciato qui in Puglia.



Ieri sera però è accaduto l'imponderabile...



Contesto e prologo.




Sabato mattina alle cinque mi sveglio per un sibilo fortissimo: il vento penetra tra le guarnizioni della finestrella della mia stanza (sì, c'è la vista su Capri, ma è un cubicolo di due metri per due). Dopo innumerevoli e disperati tentativi di ridurre il rumore insopportabile mi viene un'idea meravigliosa: piglio una striscia di carta da cucina, la dispongo lungo la guarnizione e chiudo la finestra. Il sibilo sparisce e mi addormento placidamente per le rimanenti tre ore.



L'imponderabile.



Dopo una dura giornata di lezione (psichiatria e danzaterapia), puzzolente di frittura di calamari (che persisteva da pranzo!), bagnato come un pulcino (pioveva a dirotto da almeno tre ore), rientro nel bed & breakfast. Allungo la mano verso l'interruttore... la luce non si accende. Sarà fulminata, penso. Mi inoltro verso il salone, provo ad accendere quelle luci... niente, nemmeno quelle! Sarà scattato il contatore... DOV'E' IL CONTATORE? Ma soprattutto... PERCHE'?

Il pensiero balza al caricabatterie lasciato attivo, con la misera AAA del lettore mp3... forse è andato in corto?! Apro la porta della stanza e scopro il disastro: la finestra s'è aperta per il forte vento, la stanza è allagata, le ciabattine infradito galleggiano, la valigia sotto la finestra è completamente inzuppata e probabilmente tutto l'appartamento è in corto a causa di qualche infiltrazione!

Stacco il caricabatterie per precauzione e corro a chiamare il cognato del proprietario nella casa accanto. Dopo aver tentato svariate volte di fulminare tutti gli elettrodomestici di casa, riesce ad attaccarmi la seconda linea dell'appartamento, ossia due sole lampade, una all'ingresso e una nell'altra stanza, mentre tutte le altre luci e prese sono fuori uso: niente tv, frigo, caricabatterie, stufa, condizionatore, macchina per il caffè, aspiratore del bagno, lampada da comodino... niente!

Il cognato chiama il proprietario, il quale arriva dopo mezz'ora, mette la sua manina santa sul contatore e... ZAC!... si accende tutto!



Epilogo.



Asciugo il pavimento come posso con l'asciugamano da bidet, mi trasferiscono per pietà nell'altra stanza... quella TRIPLA, con bagno in camera, balcone, letto matrimoniale e condizionatore, il sogno proibito... verifico che per fortuna la valigia è bagnata solo all'esterno perché il vento aveva fatto chiudere anche la tela superiore, mi metto il pigiamino, mi piazzo davanti alla tv e poi mi addormento nel lettone fino alle 9 di stamattina.
gennaio 10, 2008 gennaio 10, 2008
L'amicizia è come una panchina appena verniciata, meglio non sedersi subito.