Link obbligato!
Ho scoperto grazie ad Apogeonline Nadia Zorzin, una disegnatrice che pubblica i suoi lavori su soloinlinea.
Sono in gran parte disegnati su una Moleskine e la loro particolarità è che sono costituiti da una sola linea: la matita non si stacca mai dal foglio.
Molto evocativi.
marzo 17, 2007
marzo 17, 2007
Come Zio Paperone
Dalla piattaforma o dal trampolino?
Notate in basso a sinistra la mazzetta di fantasmini viola da 500€... io comincerei di lì!
Dalla piattaforma o dal trampolino?
Notate in basso a sinistra la mazzetta di fantasmini viola da 500€... io comincerei di lì!
marzo 16, 2007
marzo 16, 2007
I love Brasil
Un motivo in più per amare il Brasile? Ve ne dò due:
Amendocrem. E' una specie di burro di arachidi spalmabile. Una droga legale, ecco.
Doce de leite. Una pasta al sapore di mou da mangiare col cucchiaio!
Se andassi in Brasile, tornerei SICURAMENTE col peso raddoppiato! :P
Un motivo in più per amare il Brasile? Ve ne dò due:
Amendocrem. E' una specie di burro di arachidi spalmabile. Una droga legale, ecco.
Doce de leite. Una pasta al sapore di mou da mangiare col cucchiaio!
Se andassi in Brasile, tornerei SICURAMENTE col peso raddoppiato! :P
Brividi...
Qualche tempo fa mi capitò un episodio che mi toccò nel profondo dell’anima. Ero a Roma; stavo aspettando l’autobus alla fermata che è quasi di fronte alla chiesa di S. Giovanni in Laterano. C’era con me mia madre. Mi s’avvicinò una signora molto anziana, vestita di un cappottino nero, lucido per l’uso inveterato. Camminava a piccoli passi, con la tipica rigidezza senile del tronco, della testa e delle mani. Mi chiese se volevo comprare una presina di filo di cotone colorato fatta all’uncinetto, di quelle che servono per afferrare pentole e tegami senza scottarsi.
Colto così all’improvviso, risposi che non m’interessavano. La vecchietta allora s’allontanò senza ribattere, non rivolgendosi ad altri. Mi pentii sùbito, perché capii che ciò che importava non era il fatto che io avessi bisogno di quelle presine, bensì che lei avesse necessità di venderle, per poter guadagnare qualcosa. Scambiai uno sguardo con mia madre, che così la raggiunse e chiese quanto costavano.
«Mille lire l’una, signora» rispose; «le ho fatte io a mano. Ho novantadue anni ...».
«Le compro tutte e cinque!» disse mia madre, aprendo il portamonete.
Una signora giovane, che leggeva un rotocalco a pochi metri di distanza e che aveva sollevato lo sguardo, s’avvicinò alla vecchietta e le diede mille lire, dicendo: «Prenda anche queste!».
La vecchietta guardò mia madre e l’altra signora con un sorriso stanco e appena accennato; senza dir nulla s’allontanò con la sua andatura tranquilla, che lasciava immobili le braccia, le spalle e la testa.
Ho trovato questa storia in giro per il web; non chiedetemi come sono arrivato qui... ma a me sono venuti i brividi!
Qualche tempo fa mi capitò un episodio che mi toccò nel profondo dell’anima. Ero a Roma; stavo aspettando l’autobus alla fermata che è quasi di fronte alla chiesa di S. Giovanni in Laterano. C’era con me mia madre. Mi s’avvicinò una signora molto anziana, vestita di un cappottino nero, lucido per l’uso inveterato. Camminava a piccoli passi, con la tipica rigidezza senile del tronco, della testa e delle mani. Mi chiese se volevo comprare una presina di filo di cotone colorato fatta all’uncinetto, di quelle che servono per afferrare pentole e tegami senza scottarsi.
Colto così all’improvviso, risposi che non m’interessavano. La vecchietta allora s’allontanò senza ribattere, non rivolgendosi ad altri. Mi pentii sùbito, perché capii che ciò che importava non era il fatto che io avessi bisogno di quelle presine, bensì che lei avesse necessità di venderle, per poter guadagnare qualcosa. Scambiai uno sguardo con mia madre, che così la raggiunse e chiese quanto costavano.
«Mille lire l’una, signora» rispose; «le ho fatte io a mano. Ho novantadue anni ...».
«Le compro tutte e cinque!» disse mia madre, aprendo il portamonete.
Una signora giovane, che leggeva un rotocalco a pochi metri di distanza e che aveva sollevato lo sguardo, s’avvicinò alla vecchietta e le diede mille lire, dicendo: «Prenda anche queste!».
La vecchietta guardò mia madre e l’altra signora con un sorriso stanco e appena accennato; senza dir nulla s’allontanò con la sua andatura tranquilla, che lasciava immobili le braccia, le spalle e la testa.
Ho trovato questa storia in giro per il web; non chiedetemi come sono arrivato qui... ma a me sono venuti i brividi!
Grande Flagello
Come ogni giovedì mi sono piantato in poltrona a farmi male col Grande Fratello che, a pari merito con l'Isola dei Famosi e molto sotto gli interventi della Littizzetto a Che tempo che fa, è una delle mie droghe televisive.
Però... durante il programma la Marcuzzi ha promosso ADDIRITTURA una televendita che consigliava: "Diventa PRESENTATRICE AVON!". Ora, io ricordo che quando aveva 18 anni (e quindi io ne avevo solo 8) mia cugina guadagnava in quel modo 'na mille lire al mese che le permetteva di comprarsi un gelato in più. Ricordo perfettamente anche che un kit di cinque orribili ed untuosi ombretti costava la bellezza di 4.500 lire dell'epoca! Oggi l'Alessia nazionale ha parlato di CARRIERA PROFESSIONALE... e io sono rimasto dimmerda: ma quanto cazzo pensano di vendere / di far vendere questi qui dell'Avon?
E, subito dopo, ecco Costanzo che parla con la Melandri del talento dei gggiovani, del fatto che hanno i sogni ma non possono realizzarli, di come poi alla fine i sogno spariscano definitivamente, e poi tutto finisce a tarallucci e minchiette quando fa cantare "la grandissima" Karima.
Lobotomia, si chiama.
Come ogni giovedì mi sono piantato in poltrona a farmi male col Grande Fratello che, a pari merito con l'Isola dei Famosi e molto sotto gli interventi della Littizzetto a Che tempo che fa, è una delle mie droghe televisive.
Però... durante il programma la Marcuzzi ha promosso ADDIRITTURA una televendita che consigliava: "Diventa PRESENTATRICE AVON!". Ora, io ricordo che quando aveva 18 anni (e quindi io ne avevo solo 8) mia cugina guadagnava in quel modo 'na mille lire al mese che le permetteva di comprarsi un gelato in più. Ricordo perfettamente anche che un kit di cinque orribili ed untuosi ombretti costava la bellezza di 4.500 lire dell'epoca! Oggi l'Alessia nazionale ha parlato di CARRIERA PROFESSIONALE... e io sono rimasto dimmerda: ma quanto cazzo pensano di vendere / di far vendere questi qui dell'Avon?
E, subito dopo, ecco Costanzo che parla con la Melandri del talento dei gggiovani, del fatto che hanno i sogni ma non possono realizzarli, di come poi alla fine i sogno spariscano definitivamente, e poi tutto finisce a tarallucci e minchiette quando fa cantare "la grandissima" Karima.
Lobotomia, si chiama.
marzo 15, 2007
marzo 15, 2007
Leopardo nebuloso
Ma non è bellissimo? :)
La scoperta della nuova specie da parte del Wwf nel Borneo. Si era separata dalla "famiglia" dei sumatra circa 1,4 milioni di anni fa. Oggi questi animali rappresentano una razza autonoma e molto particolare che vive prevalentemente sulle grandi piante della foresta.
Ma non è bellissimo? :)
marzo 14, 2007
marzo 14, 2007
Barriera di disordine mentale
Emergenze di finti desideri e falsi obiettivi da raggiungere, per un futuro rosso o verde, per una vita piena di suoni e colori, per un respiro malato e senza gioia.
Sparami un colpo, sparane un altro!
Libera me.
De morte æterna.
Emergenze di finti desideri e falsi obiettivi da raggiungere, per un futuro rosso o verde, per una vita piena di suoni e colori, per un respiro malato e senza gioia.
Sparami un colpo, sparane un altro!
Libera me.
De morte æterna.
marzo 13, 2007
marzo 13, 2007
Sulla Natura
La natura è una soltanto.
Se consideriamo la sua sostanza essenziale, la chiamiamo Cielo.
Se consideriamo in essa colui che la governa, la chiamiamo Dominatore.
Se vediamo in essa ciò che è instabile, la chiamiamo Destino.
Se vediamo ciò che viene concesso all'uomo, la chiamiamo, appunto, Natura.
Se infine ne consideriamo la parte che signoreggia il corpo, la chiamiamo Mente.
(Wang Yang Ming)
La natura è una soltanto.
Se consideriamo la sua sostanza essenziale, la chiamiamo Cielo.
Se consideriamo in essa colui che la governa, la chiamiamo Dominatore.
Se vediamo in essa ciò che è instabile, la chiamiamo Destino.
Se vediamo ciò che viene concesso all'uomo, la chiamiamo, appunto, Natura.
Se infine ne consideriamo la parte che signoreggia il corpo, la chiamiamo Mente.
(Wang Yang Ming)
marzo 11, 2007
marzo 11, 2007