Non ho fame
Il menu del cenone di ieri (in ordine sparso e per 12 persone), cucinato con le mie manine e l'aiuto della padrona di casa:
1,5kg di patate al forno con rosmarino
1,5kg di trofie, condite con 2kg di pomodorini e 300g di speck
800g di funghi cardoncelli al forno
1kg di dolcetti tradizionali e biscotti al cioccolato
1 bottiglia di Macallan
3 litri di moscato
3 litri di vino rosso del zappatore
3 litri di Beck's
5 litri di acqua
1 spumante Gancia
1 spumante gran riserva 1998 (non ricordo la marca)
1kg di strisce di cavallo
500g di salsiccia di maiale al forno con birra e cipolle
4 pacchi di pancarrè a tartine con 400g di maionese, 400g di tonno, 100g di wurstel, 250g di burro, 200g di salame, 30g di succedaneo di caviale
500g di olive verdi
200g di funghi trifolati
600g di lattuga
1,5kg di formaggi e salumi vari
involtini di speck (400g) e mozzarella (600g)...
Bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
(burp!)
gennaio 01, 2005
gennaio 01, 2005
dicembre 30, 2004
dicembre 30, 2004
Il Fantasma dell'Opera.
Dopo qualche secolo abbondante, sono tornato al cinema. Avvenimento assolutamente rarissimo, come alcuni sapranno già. Eravamo partiti per vedere Closer in un nuovo multiplex, ma la folla che ci precedeva ha occupato tutti i posti disponibili prima che arrivassimo allo sportello.
Abbiamo ripiegato sul Fantasma, del quale conoscevo la storia ma non ho mai ascoltato la colonna sonora. Confermo la genialità di Andrew Lloyd Webber e ho apprezzato parecchio le scenografie e i costumi, ma la fotografia lasciava un po' a desiderare (troppo forzata la dimensione onirica - o fumettistica - di alcune scene) e il ritmo di alcuni passaggi era al livello del polpettonissimo "Ti presento Joe Black".
I miei amici non hanno smesso un attimo di lamentarsi della scelta durante tutto il film, e si sono persino stupiti (cazzo, non ci vuole la scienza!) del fatto che a me piacesse!
Il clou è stato raggiunto dall'amico, che ha chattato via telefonino per tutto il tempo.
Ma quanto lo odio!
Dopo qualche secolo abbondante, sono tornato al cinema. Avvenimento assolutamente rarissimo, come alcuni sapranno già. Eravamo partiti per vedere Closer in un nuovo multiplex, ma la folla che ci precedeva ha occupato tutti i posti disponibili prima che arrivassimo allo sportello.
Abbiamo ripiegato sul Fantasma, del quale conoscevo la storia ma non ho mai ascoltato la colonna sonora. Confermo la genialità di Andrew Lloyd Webber e ho apprezzato parecchio le scenografie e i costumi, ma la fotografia lasciava un po' a desiderare (troppo forzata la dimensione onirica - o fumettistica - di alcune scene) e il ritmo di alcuni passaggi era al livello del polpettonissimo "Ti presento Joe Black".
I miei amici non hanno smesso un attimo di lamentarsi della scelta durante tutto il film, e si sono persino stupiti (cazzo, non ci vuole la scienza!) del fatto che a me piacesse!
Il clou è stato raggiunto dall'amico, che ha chattato via telefonino per tutto il tempo.
Ma quanto lo odio!
dicembre 28, 2004
dicembre 28, 2004
- Ciao, sai che suono in un quartetto?
- Davvero?
- Sì, siamo in tre.
- Come in tre?
- Io e mio fratello.
- Hai un fratello?
- No, perchè?
- Davvero?
- Sì, siamo in tre.
- Come in tre?
- Io e mio fratello.
- Hai un fratello?
- No, perchè?
dicembre 27, 2004
dicembre 27, 2004
Il mio primo amico straniero conosciuto via internet è stato Awais, o almeno credo fosse questo il suo nome, un ragazzo pakistano che nel 2000 aveva 22 anni.
Il suo nick era popa6 e chattavamo ogni notte fino alle 2, tra la sua preghiera del mattino e le lezioni di marketing.
Abbiamo trascorso tantissimo tempo a chattare nonostante tra il suo slang e il mio inglese scolastico ci fosse troppa differenza e a volte mi rompevo le palle, ma l'idea di riuscire a comunicare con una persona di un'altra cultura e di un altro continente con l'unico fastidio del fuso orario, mi metteva un'euforia addosso che mi esaltava.
Con un po' di nostalgia ho rivisto la sua foto archiviata nel primo disco di backup, datato 16 maggio 2001. Chissà che fine ha fatto, poiché dopo l'11 settembre non sono più riuscito a contattarlo.
Il suo nick era popa6 e chattavamo ogni notte fino alle 2, tra la sua preghiera del mattino e le lezioni di marketing.
Abbiamo trascorso tantissimo tempo a chattare nonostante tra il suo slang e il mio inglese scolastico ci fosse troppa differenza e a volte mi rompevo le palle, ma l'idea di riuscire a comunicare con una persona di un'altra cultura e di un altro continente con l'unico fastidio del fuso orario, mi metteva un'euforia addosso che mi esaltava.
Con un po' di nostalgia ho rivisto la sua foto archiviata nel primo disco di backup, datato 16 maggio 2001. Chissà che fine ha fatto, poiché dopo l'11 settembre non sono più riuscito a contattarlo.
La "Rosa di Jericho"© ha qualche problemino di circolazione alle estremità: siccome la voglio TUTTA verde, ho provveduto a bagnarla con uno spruzzatore.
Sperèm!
Sperèm!
dicembre 26, 2004
dicembre 26, 2004
Regressione all'infanzia
Ve le ricordate le conte? Le filastrocche che si cantavano per far "uscire" o per far "stare sotto" qualcuno in un gioco? Eccone un po' della mia infanzia:
Amblimblè sicuterimblè / piglia questo schiaffo e non mi dir perché / ghirighirighì che bel pancin, ambilimblè sicuterimblè, amblimblè sicuterimblè.
(C'era un gusto, ma un gusto nel prendere a schiaffi chi ti pareva! Il solletico alla pancia veniva bene se lo facevi alle bambine vergognosette!)
________
Sotto al ponte ci son tre bombe, passa paperino e non le rompe, passa il lupo e non le rompe, passa il re e le rompe tutte e tre!
(A quest'ora i bambini avrebbero preso il cellulare e chiamato gli artificieri)
________
Ambarapà ciccì coccò tre civette sul comò che facevano l'amore con la figlia del dottore, il dottore si ammalò, ambarapà ciccì coccò.
(L'hanno bandita per anni perché sessualmente ambigua. Ora è sexually correct, tornerà in auge, vedrete!)
________
Mi lavo le mani per fare il pane per uno per due per tre per quattro per cinque per sei per sette per otto biscotto!
(Conta salutista, derivata probabilmente dalla fobia igienista di qualche genitore troppo ansioso)
________
Sincem pom pim pololì pololà, sincem pom pim pololì pololà, accademi sol fa mi, accademi sol fa mi, pim pem pum!
(Molto amata dagli adolescenti per il palesissimo doppio senso contenuto... ma anche perché il giochino che si fa su questa conta è molto bello!)
________
Ce n'era poi una in dialetto che diceva "A la lemb a la lemb, a c mour e a c kemb, awwend a la f'rteun, awwend a ieun".
E poi quella tristissima: "La bella lavanderina che lava i fazzoletti per i poveretti della città...", credevo di averla rimossa completamente, ma qualche neurone è ancora impegnato inutilmente nel ricordarla!
Ve le ricordate le conte? Le filastrocche che si cantavano per far "uscire" o per far "stare sotto" qualcuno in un gioco? Eccone un po' della mia infanzia:
Amblimblè sicuterimblè / piglia questo schiaffo e non mi dir perché / ghirighirighì che bel pancin, ambilimblè sicuterimblè, amblimblè sicuterimblè.
(C'era un gusto, ma un gusto nel prendere a schiaffi chi ti pareva! Il solletico alla pancia veniva bene se lo facevi alle bambine vergognosette!)
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Sotto al ponte ci son tre bombe, passa paperino e non le rompe, passa il lupo e non le rompe, passa il re e le rompe tutte e tre!
(A quest'ora i bambini avrebbero preso il cellulare e chiamato gli artificieri)
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Ambarapà ciccì coccò tre civette sul comò che facevano l'amore con la figlia del dottore, il dottore si ammalò, ambarapà ciccì coccò.
(L'hanno bandita per anni perché sessualmente ambigua. Ora è sexually correct, tornerà in auge, vedrete!)
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Mi lavo le mani per fare il pane per uno per due per tre per quattro per cinque per sei per sette per otto biscotto!
(Conta salutista, derivata probabilmente dalla fobia igienista di qualche genitore troppo ansioso)
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Sincem pom pim pololì pololà, sincem pom pim pololì pololà, accademi sol fa mi, accademi sol fa mi, pim pem pum!
(Molto amata dagli adolescenti per il palesissimo doppio senso contenuto... ma anche perché il giochino che si fa su questa conta è molto bello!)
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Ce n'era poi una in dialetto che diceva "A la lemb a la lemb, a c mour e a c kemb, awwend a la f'rteun, awwend a ieun".
E poi quella tristissima: "La bella lavanderina che lava i fazzoletti per i poveretti della città...", credevo di averla rimossa completamente, ma qualche neurone è ancora impegnato inutilmente nel ricordarla!