gennaio 23, 2004 gennaio 23, 2004

Ieri sera è avvenuta...

Ieri sera è avvenuta una cosa eccezionale: sono andato a cena con il mio riparo dalla tempesta. Ci siamo fiondati in un'osteria e abbiamo fatto i maiali mangiando l'impossibile (in grassetto quello che ho mangiato io):
antipasti - fagioli, insalata di fagioli-radicchio-tonno, focaccia, spuma di patate, peperoni, patate lesse, melanzane, polpettine di cinghiale al sugo, salsiccia con cime di rape
secondi - trippa al sugo, zampina di vitello, bistecca di scottona
bevande - 700ml di vino rosso della casa, due Peroni piccole
dolci - torta ananas e kiwi, biscottini alla crema, amaro, moscato
Il tutto a 15€ a testa!

Al di là della straordinarietà della cosa, a me sembrava fosse un modo carino per dirci "arrivederci" prima che lui partisse. No, ha respinto questa mia intenzione "celebrativa" dicendo che in realtà non si staccherà mai da me. Sono rimasto ancora più confuso... HELP!

Ho risolto il proble...

Ho risolto il problema dei linfonodi ingrossati con tre compresse di un antinfiammatorio tanto potente che dovrebbero metterlo fuorilegge. La prima delle tre compresse mi ha distrutto lo stomaco, ho avuto acidità per una notte intera! Oggi non ce l'ho fatta più e ho mandato la mamma dalla dottoressa per farmi dare qualcosa per proteggere lo stomaco. Aggiusti una cosa e se ne guasta un'altra... è proprio vero che a trent'anni bisogna fare il tagliando!

Tutto in una notte<...

Tutto in una notte…





Primo.


Non ricordo quello che c’è prima; mi trovo nella piazza della villa comunale (sempre la stessa piazza, sempre lo stesso incrocio… mah!), in auto, guido io e accanto a me non capisco chi c’è, so solo che è una donna. Il cielo è nuvolosissimo, c’è vento forte, sul porto gli alberi delle barche a vela si agitano come giunchi, sta per piovere, forse nevicare ma dobbiamo andare all’altro capo del porto per cantare per la festa del Santo patrono. Manca un’ora all’appuntamento e cerco quindi di chiamare L. per sapere almeno quali canti fare, in modo da andare a prendere gli spartiti a casa. Non riesco a contattarla, la persona che ho in auto mi consiglia di andare a casa e prendere i raccoglitori, o magari i canti che “si sa, sono sempre quelli”. Faccio quindi inversione di marcia e vado per il lungomare; dove nella realtà c’è una piazzetta con delle palme, nel sogno c’è una spiaggetta coperta di neve, tappa intermedia della processione del Santo via mare (!), con una frotta di maschietti 10-15enni in slip da bagno neri che l’avrebbero seguito a nuoto (!!!).





Secondo.


Riassunto della parte che ricordo poco: la mia gatta non sta bene, la porto dal veterinario, le mette una crema sulla vulva e la porto via.


La gattona è al guinzaglio (una funicella bianca legata al collo), devo “trascinarla” per due piani di scala e poi fuori al cortile. Mi armo di santa pazienza e tre scalini giù e poi due su… e così via, con le persone che salgono e scendono, gli altri “pazienti” gatti al guinzaglio o sciolti, arrivo al piano terra. Trovo un veterinario e una padrona di una “paziente” gatta, con lo stesso problema della mia (credo) che parlano della terapia: “Deve prendere il divaricatore e metterle la crema dentro” “Ma è sicuro? E se lo lascerà fare? Guardi che è terribile, la mia gatta” “Ci vorrà pazienza”… e già immagino quello che dovrò sopportare. La gatta, sempre più terrorizzata, esce dal portone e trova l’altro veterinario che dalla rampa del cortile, attraverso le siepi, la vede e dice “Ah, vedi che è riuscita ad arrivare giù tranquilla, la belva bellissima?” (cioè, quasi mi veniva l’affanno VERAMENTE, per quanto è stato faticoso portarla giù!!!). Usciamo nel cortile e ci circondano tre gatti balinesi (sono come i siamesi, ma più chiari, col pelo più lungo e con i tipici “stivaletti”) arrapatissimi, che vogliono aggredire la gatta. Ho paura soprattutto per i suoi occhi, perché i gatti feriscono soprattutto quelli. Riesco ad allontanarli urlando (chissà se ho urlato sul serio…) e pestando i piedi, e porto via la gatta.





Terzo.


Questo è complicatissimo, e anche di questo non ricordo l’inizio. Sono su un palcoscenico con il parquet bordeaux e le quinte blu scuro, in posizione defilata, forse appena dietro le quinte; entrano una serie di “attori”, credo di riconoscere Pippo Baudo, Maria Teresa Ruta e Flavio Montrucchio. Flavio è vestito e truccato da donna, con una gonna enorme di taffetà verdissimo e uno scaldacuore rosa shocking (!), il rossetto evidentissimo, una parrucca castana da signora sciocca, collier e orecchini enormi di bigiotteria di bassa qualità. Interpreta la figlia di Pippo Baudo, infatti lui è in piedi di fronte a me e Flavio è seduto su una sediolina e gli si stringe quasi piangendo alla gamba. Scambiano un paio di battute, che non ricordo, e vengono verso di me, immediatamente dietro la quinta. Mentre camminava, scimmiottando e sculettando, Flavio stava perdendo la gonna. Infatti vedo che dietro è tutta sbottonata in vita; mi offro di aiutarlo, ma mi dice di non toccare dietro… io stupito lo guardo… e in realtà ha la faccia di mia madre! Però il resto del corpo è di Flavio… compreso quello che c’è nelle mutande, del quale si intravedeva appena il rigonfiamento sotto quella gonna enorme, ormai a giro-pelo. “Ma com’è?” chiedo… e nel frattempo tocco e stimo (nota per malacarne: sta storia di pinnuluni ed emicrania m’avrà fatto male! :))) ), senza arrivare ad una idea precisa, tanto che dico “Non male” senza convinzione.


Salto.


Sempre con mia madre, però autentica, mi trovo in un posto sconosciuto, che somiglia alla villetta che aveva mia zia… ma con una rampa di garage sotto. Sono con una bicicletta bluastra, ma non so proprio cosa sto facendo, né perché. Sto scendendo la rampa e scambio qualche parola con la mamma, forse riguardo alla bici, al modo di aggiustarla, di utilizzare altre bici per trovare i pezzi di ricambio… poi mi sveglia!
gennaio 22, 2004 gennaio 22, 2004

Provate a pensare ad...

Provate a pensare ad una lite e quella persona che fino a poco tempo prima avete stimato ed era un irrinunciabile punto di riferimento diventa improvvisamente estranea. Cambia volto, rinuncia al suo nome; non ha identità per voi, non la conoscete più. Ha subìto un condizionamento piuttosto forte, ha seguito un suggerimento fallace che l'ha portata a comportarsi in un modo così squallido che non potevate fare a meno di fanculizzarla... per sempre.

E' arrivato il momento opportuno. Dedicate queste parole a quella persona, come ho fatto io, senza alcun commento.
gennaio 21, 2004 gennaio 21, 2004

E adesso... MAMBO!<b...

E adesso... MAMBO!



Il Centro dove lavoro non è affatto accogliente, fa freddo, i bagni non funzionano, logisticamente è scomodissimo, non ci sono arredi a sufficienza per renderlo funzionale, per fare una fotocopia devi andare a 300m di distanza e c'è sempre il problema delle chiavi (sono sempre molte meno delle persone e casualmente le possiede sempre quello/a che arriva più tardi o va via prima!); il coordinatore è sempre fuori perché è anche corresponsabile di un sacco di altre cose e mi ha lasciato allo sbaraglio nel centro, provocando in me un vero e proprio disagio; sono finito nel gruppo di scuola media, otto ragazzi/e veramente terribili, sono arrivati a minacciare me e la mia auto con il taglierino; delle mie due colleghe in classe, una è veramente supponente e piuttosto antipatica, è molto professionale ma ciò le fa assumere un'aria insopportabile, come se stesse a 20 cm dal pavimento; da ottobre il Comune non paga un centesimo e chissà quando riceverò quanto dovuto; non sono riuscito a mettere in pratica nessuna delle mie idee riguardo a laboratori musicali o di animazione; in équipe si parla sempre delle stesse cose, l'utopia governa sulle menti e influenza le scelte: si sogna molto e in grande ma si fa pochissimo e male.

Ho la parte sinistra...

Ho la parte sinistra del collo bloccata, proprio sotto ai molari. Forse è una nevralgia, o un colpo d'aria (stamattina ho avuto la brillante idea di andare in giro senza sciarpa, ma faceva così caldo!), o i linfonodi che stanno impazzendo... Ho preso del paracetamolo; se domattina non sto meglio, vado dalla dottoressa.
gennaio 20, 2004 gennaio 20, 2004

Qui ho descritto uno...

Qui ho descritto uno dei miei primi incontri con l'"uomo dalle mille sorprese". Era una delle prime volte in cui parlavamo, e cominciò a stupirmi. Da allora non ha più smesso di farlo, nel bene e nel male.
Rimangono lì i suoi occhi azzurri-violacei, intensissimi, sempre tristi. Vorrei capirne il perché, è una cosa che mi fa penare.
gennaio 18, 2004 gennaio 18, 2004

Luned&igrave; 26 gennaio.<b...

Lunedì 26 gennaio.


Dovrebbero partire lunedì 26 gennaio.

Ad Admore, Oklahoma ...

Ad Admore, Oklahoma (USA), una recluta fu messa sotto inchiesta perchè diceva di chiamarsi Tonsillite Jackson e si credeva che scherzasse. Dimostrò di chiamarsi veramente così e si scoprì che i suoi tre fratelli avevano come nomi Otite, Appendicite e Laringite.





(Tratto da qui)