dicembre 08, 2003 dicembre 08, 2003

Sono riuscito a ripr...

Sono riuscito a ripristinare tutto, ho dovuto rifare le partizioni... un casino che non mi sarei mai aspettato. Il mio povero ed anziano PC ha dovuto sopportare una cinquantina di riavvii in tre giorni. Spero che regga per altri quattro anni.
dicembre 06, 2003 dicembre 06, 2003

Aiuto, sono schiavo ...

Aiuto, sono schiavo di XP!
dicembre 05, 2003 dicembre 05, 2003

Sto per formattare t...

Sto per formattare tutto. Tra qualche minuto il mio PC sarà una fredda macchina che non potrà dirmi nulla. Spero di riuscire a riportarla in vita, poi.



In the end - Linkin park

Tutto in una notte.....

Tutto in una notte...



Realtà: Al Centro Giovanile mancano i divani. Ieri era il compleanno di un amico, l'ho chiamato mentre ero al Centro per fargli gli auguri. Dei conoscenti, con tutta la famiglia, hanno aperto una pizzeria.
Sogno: arrivo con la macchina, dopo un percorso tortuoso, in un viottolo. Forse sto telefonando a quell'amico mentre sono alla guida, ma non ricordo bene. Alla fine c'è un edificio tipicamente anni '70, un mobilificio di dubbio gusto: la struttura è in cemento, acciaio e vetro; nella hall immensa (sembrava di essere al check-in di un aeroporto!) c'è un ufficio centrale, a giorno, con i vetri di cortesia... ma i profili dorati, bleah! C'è una sola pianta, ma nemmeno un mobile... Mi rivolgo a quella che sembra una cassa e trovo F., l'amica pizzaiola, la quale mi chiede se devo pagare la rata che dovevo al mobilificio. Io chiedo l'importo, perché non so quanto devo pagare, visto che è la prima; mi calcola l'IVA e mi dice 380€. Sta per scrivere la ricevuta, ma la blocco, poiché non ho soldi con me. Mi fermo a parlare con suo marito lì nei pressi della cassa e mi accorgo di essere circondato da divani tutti smangiati e laceri, mentre lui appare in tuta da idraulico (prima era idraulico, n.d.r21). Gli chiedo se ha dei divani da buttare (lo preciso più volte) per il centro, da trasportare quindi a 11 km di distanza: mi risponde ridendo sonoramente, e mi dice che ha appena aperto il mobilificio e cominciato a lavorare perciò non ha proprio il tempo di dedicarsi a queste stronzate.



Realtà: L è la mia prima grande fiamma, G è l'amico-guardia molto lontano, R. il frate (vedi Amarcord).
Sogno: Mi trovo in un negozio stranissimo (cioè so dov'è nella realtà, ma ora lì c'è una gioielleria), non è arredato e i muri sono scrostati con pietra a vista, le serrande sono alzate, non c'è luce tranne quella (poca) naturale ed è gremito di gente seduta per terra, su delle sedioline, attorno ad un tavolo. Riconosco solo L., ma ci salutiamo freddamente e questo mi meraviglia parecchio. Perciò mi allontano verso uno dei due ingressi e mi siedo per terra. Arriva una ragazza (so chi era, ma ormai non lo ricordo più), mi saluta guancia a guancia e io l'avverto che c'è L.; lei non capisce, devo ripeterlo 3 volte a bassa voce per farglielo sentire, in tutto quel chiasso! Dietro di lei appaiono di sfuggita R. e A. (l'amica tedesca... AAAAAAHHHHHH! I TEDESCHI ANCHE QUI!).
Ci trasferiamo in un altro locale, più avanti nella strada (ovviamente anche questo locale non esiste nella realtà): è un cunicolo stretto, maleodorante, scrostato, poco arredato e buio, gestito come bar-pub dal barista sotto casa. Siamo in venti circa, tutte persone che non conosco affatto tranne G. Alla mia destra c'è un posto vuoto e poi il muro, a sinistra la sedia vuota e poi G., molto strano! Forse mangiamo, sicuramente beviamo roba alcoolica perché sento di non essere troppo lucido. Sparecchiano e sul tavolo davanti a me rimane un pacco di cerini, G. me lo chiede e io per cortesia gli tolgo tre cerini (di un centimetro l'uno! assurdo!) e glieli metto in mano. Lui li butta per terra, e accende un raudo di quelli rossi potenti sfregandolo sulla scatola (che io ODIO! infatti in quel momento mi sono maledetto da solo, per aver fornito la materia prima per una cazzata del genere!), lo lancia fuori dalla porta, schivando il barista che lo guarda attonito. Io metto le mani alle orecchie e premo forte per non sentire, però il raudo esplode gradualmente, con piccoli colpi ripetuti, e alla fine fa una musichetta e si spegne! Si solleva la discussione su dove proseguire la serata (anche se fuori è giorno ...ma dentro è così buio!); qualcuno dice birreria, altri pizzeria, G. propone il casinò... e quindi si va al casinò. Io mi dissocio e proseguo la serata con alcuni di loro, sempre gente che non conosco.
Arriviamo in una piazzetta (che nella realtà non esiste): è sera, anzi notte fonda, ci sono tavoli, piante, luci e ombrelloni, negozi illuminati tutt'intorno; ci sediamo all'ultimo tavolo in fondo, con birre a volontà e mi fanno notare che quello di fronte a me è Ennio Morricone (premesso che ho visto solo un paio di settimane fa per la prima volta il suo viso in TV, n.d.r21). Io sono incuriosito, vorrei tanto parlare con lui ma è troppo lontano. Ad un certo punto gli chiedono di suonare qualcosa; prima dice di aver dimenticato l'armonica a bocca, poi ne trova una ancora incartata nella tasca interna del gilet verde militare da cacciatore che indossava e comincia ad emettere qualche suono. La piazza va in visibilio, chiedono altri strumenti e a furor di popolo sale sulla pedana con altri due sventurati muniti di armonica e cominciano a suonare "Malafemmena". Io mi avvicino per sentire meglio; tutta la piazza canta, più o meno intonata, ma una donna in fondo in fondo la canta all'ottava superiore, urlando: una GALLINA alla quale stavano torcendo il collo! Io urlo di farla tacere e in effetti il popolo si ribella, zittendola.
Piccolo spostamento (cit.): mi trovo sul terrazzo di un palazzo, forse vicino ai binari della ferrovia, e ho l'armonica di Morricone tra le mani, sembra una di quelle cinesi da poco prezzo, quasi un giocattolo. Provo a suonare ma non riesco a far nulla di sensato, e penso a quali nozioni di teoria bisognerebbe far ricorso per suonarla sul serio, da professionisti. La faccio scivolare tra le labbra, ma non scivola affatto. Allora la mordo per capire di che materiale fosse: si scheggia tutta, poiché è di legno rosso, col corpo in metallo. Comincio a sputare le schegge, sputo roba grigia a pezzetti, e se ne riforma sempre tanta, e continuo a sputare... e poi mi sveglio.

dicembre 03, 2003 dicembre 03, 2003

Xmas card (parte pri...

Xmas card (parte prima... nella convinzione che ce ne saranno altre)



Io: Spegni e riaccendi il telefonino: ricarica di baci e abbracci eseguita! E' attiva la promozione TI VOGLIO TROPPO BENE valida a vita sul tuo cellulare.



M: ke karino ke 6. c voleva proprio stasera visto ke sto lavorando dalle 5 e finisco oltre la mezzanotte.



Io: Perché dopo non passi da me? La paga è bassa ma godi di più.



M: Anche col mestruo?



Io: Sono a dieta. Vorrà dire che ci fermeremo all'antipasto.



M: Ne! x un po di sangue di impressioni? ma è giusto! tu non 6 mika un vampiro! ce ne sono molti vicino a noi.



Io: Se ero vampiro mi facevo il the.



M: Era una metafora?



Io: Come parli difficile. Non sono vampiro, anche se come vedi a volte torna utile :-E



M: Sai regulus! Tu o io non potremmo mai essere vampiri. Neanke x sopravvivenza lo diventerei. Meglio sapere e soffrire ke essere viscidi e disonesti. tvb



E la serata si conclude così...



Limiti - Caparezza

dicembre 01, 2003 dicembre 01, 2003

"Certamente, come pe...

"Certamente, come per tutta la scienza, qualcuno un giorno potrà forse sviluppare una tecnica che possa funzionare, allo stesso modo in cui, in futuro, un chimico forse riuscirà a mutare il piombo in oro.
Personalmente io non acquisterei piombo legandomi a questa speranza."
Anthony R. Pratkanis



Vengo dalla luna - Caparezza

novembre 30, 2003 novembre 30, 2003

Le chiamano "affinit...

Le chiamano "affinità elettive". Io preferisco usare la locuzione "grande amico".
A te.



Nuvole rapide - Subsonica

novembre 28, 2003 novembre 28, 2003

Primi incontri al Centro Giovanile:



G.P.: è il primo ragazzo che ho visto lì. Veramente molto bello, riservato e taciturno. Gli manca un dito per mano a causa un intervento subito da piccolo, ma finché non me l'hanno fatto notare, io non me ne sono accorto (avrò le fette di patata sugli occhi?!). Gran lavoratore, si sta impegnando al massimo per la pitturazione del Centro... non oso immaginare le urla che emetterà domani quando si accorgerà che hanno bagnato a secchiate i muri appena pitturati! E non l'ho ancora visto ballare...



L.: il secondo. Un gioiello, la punta di diamante: pianista jazz a livelli internazionali fino a giugno scorso quando, per colpa di una infiammazione posturale del carpo, gli hanno sfilato il tendine del medio della mano sinistra. Suona perfettamente tuttora, nonostante le difficoltà di articolazione, ma ha dovuto abbandonare il jazz. Ed è pure simpatico! Le sue figure di break sono fenomenali.



(Ah, non vi stupite se non trovate ragazze... non ce ne sono. Parlerò in seguito delle colleghe educatrici, datemi il tempo di studiarle)



M.: il satanista. In tutti i gruppi che si rispettano c'è il satanista, qui però il personaggio è interpretato da un 14enne piccolo, tenero e fiordilatte, con gli occhi verdi e i capelli castani a boccoli strettissimi, quasi rasta! Stasera abbiamo parlato di Aleister Crowley... l'ispiratore di gran parte della moderna cultura satanista da Marilyn Manson in giù, a quanto pare. Forse è l'unico che non breaka...



G.: il robot. Le sue figure di break dance sono esclusivamente da automa (non so se esiste un termine preciso per indicare quello stile) e si muove a scatti in maniera splendida. Ha cercato di propormi un enigma di logica che lui aveva risolto con fatica... e l'ho distrutto impiegando nemmeno un paio di minuti. Ok, così impara a sfidarmi!



Finora ho "puntato" questi, il musicista è assolutamente mio complice (ah, la musica!) e il robot è mio schiavo!
Ovviamente tutto nei limiti del rapporto educatore-utente... non sono mica cretino!



Strade - Subsonica

novembre 25, 2003 novembre 25, 2003

Prego il decimillesimo ospite del mio reame di lasciare un salutino



Work - Masters at work