Io sparisco per un tempo indefinito. Chi vuole, sa come raggiungermi.
Chiaro.
Silêncio - Madredeus
Potrebbero esserci grosse novità da queste parti, perciò aguzzate la vista. Potrebbe essere la prima e l'ultima volta che vi chiedo di leggere con attenzione queste pagine.
Chiaro.
Entr'acte II (Carmen) - Bizet
1992: C'era una volta un ramoscello di acacia.
Fu strappato all'Albero Padre e trasportato via a dodici chilometri di distanza, per essere piantato dietro un muro scrostato. Attecchì subito e divenne la gioia degli sensi per tutti: piccole sfere gialle e tenere ondeggiavano al vento in un mare di foglie verde scuro, spargendo un profumo carezzevole e discreto.
Divenne sempre più grande, fino a donare ombra a quel moncone di muro, riparo ad uccelli e lucertole, rami e fiori per i vasi di casa. La sua presenza era imponente, nessuno poteva lanciare lo sguardo oltre il rudere senza soffermarsi sulla folta chioma di quel gigante verde.
Accanto a lui abitava un fico, con qualche acciacco dovuto al terreno assolato, che gli aveva già causato un'infanzia infelice. Le sue radici, ampie e spropositate di natura, si erano intrecciate con quelle dell'acacia in crescita, spartendosi le risorse del terreno, sebbene non fossero mai troppo abbondanti.
Il fico produsse in gioventù qualche frutto, gustoso e succulento, ma da qualche tempo le sue foglie avevano cominciato ad ingiallire, il tronco a inaridirsi, i frutti erano sempre più scarni e destinati a morte precoce. E l'acacia l'aveva ormai sovrastato in dimensioni e bellezza.
Le radici dell'acacia stavano stritolando quelle del fico, avvolgendole in un caldo fresco abbraccio letale. Per questo peccato capitale ne fu decisa la condanna a morte per decapitazione. Una sega elettrica avrebbe ridotto il monumento vegetale ad un ammasso di foglie secche e legna da ardere.
2002: C'era una volta un'acacia.
L'acacia non c'è più: al suo posto c'è un ceppo obliquo, a testimonianza degli anni in cui la bellezza della pianta oscurava il rudere in tufo accanto a lei. Ora i blocchi di pietra tagliano quello spicchio di cielo con dolore, soli e tristi. E il fico può finalmente riprendere la sua battaglia con la vita.
2003. C'è ancora una volta l'acacia
Il fico è lì, solo, triste, arso e malato. L'acacia vive ancora: le sue radici hanno invaso di germogli tutto lo spazio intorno al fico, al rudere, all'ulivo più distante. La sua esecuzione ha reso più strenua la lotta per la sopravvivenza e le forze che dedicava alla sua chioma, ora sono incanalate nelle radici, per una resurrezione spettacolare. Non un solo albero di acacia, ma dieci, cento, mille!
E la sua esecuzione diventa più difficile poiché lo spirito è ancora lì; la sua voglia di vivere dovrà resistere al fuoco, alla benzina, all'acido muriatico, al diserbante, alla motozappa...
La natura contro se stessa.
La bellezza contro l'utilità.
La materia contro lo spirito.
La morte contro la vita.
Chiaro.
Die another day - Madonna
Oggi ho rischiato l'insolazione. Temperatura alle 18: 40°, immaginate alle 13.30, quando annaspavo per le strade assolate della zona 10. E anche oggi non sono andato nell'Ultima strada; domani mi fagociterà.
Chiaro.
Alfama - Madredeus
Forse uno dei più bei complimenti ricevuti in rete, giusto qualche secondo fa:
[00:24] <XXX|0> Notte peste.
Sì, per me è un complimento, per diversi buoni motivi:
1) sono una peste in chat, e questo è un riconoscimento;
2) questo XXX|0 è un ragazzo col quale ho litigato tempo addietro, del quale ho riscoperto con piacere la compagnia in rete;
3) è uno dei pochi personaggi coi quali mi diverto e che si diverte con me.
Chiaro.
Night over Manaus - Boozoo Bajou
Due "perle" di saggezza raccolte nel torbido stagno della zona 10, stamattina:
- "Quando viene il capo condòmo, gliele faccio imbucare" (checca stinta, alla cassa di un negozio)
- "Da dove viene sta lettera... vediamo... ah, il Monte dei Paschi di Schiena!" (donna veramente brutta e baffuta in vestaglia)
E' veramente difficile non ridere, VERAMENTE!
Chiaro.
Child of man - Noa
Monsieur de la Palisse est mort
Il est mort devant Pavie
Un quart d'heure avant sa mort
Il était encore en vie.
Lapalissiano, no?
Un cretino ha deciso di celebrare così il vigore in battaglia di Monsieur de la Palisse, dicendo che un quarto d'ora prima di morire, era ancora in vita! In realtà avrebbe voluto sottolineare che il Valoroso si era battuto fino agli ultimi minuti per la causa.
Dall'epitaffio scritto su quella tomba, è nato il termine "lapalissiano".
Chiaro.
Holy land - Angra
Premessa: il mese scorso siamo stati contattati, noi del coretto per i matrimoni, per cantare al matrimonio della sorella di una ragazza che conosciamo tutti. Le due sorelle sono veramente belle, ma la sposa è eccezionale, quasi porno. Solo che non ricordavo più la data, visto che se il matrimonio è di mattina, io non posso andarci...
Sms parte quarta, dialogo via messaggini:
Chiaro: Ma si è sposata già S.C.?
Mari: Mi pare che si sposa il 30 luglio, siamo stati chiamati a cantare.
Chiaro: Lo so, ma volevo sapere se era di pomeriggio, sai, una sciacquata d'occhi...
Mari: incinta!
Chiaro: Chissà le tette...
Mari: Chiaro!
Mari: Che delusione! E io che pensavo che la razza maschile fosse stata salvata da te. Povera illusa!
Chiaro: E perché proprio io?
Mari: Voi uomini davanti a un paio di tette non ragionate più, sarà perché siete stati allattati! Mah! Ti dirò, succhiare per succhiare, per poi non far uscire nulla!
Chiaro: Mari!
Mari: Dimmi!
Chiaro: Vabbè va'... termino qui, forse è meglio.
Mari: Hai cominciato tu. Saluti da A. (il suo ragazzo, N.d.C.)
Chiaro: E tu hai preso subito la palla al balzo. Ciao A.
Secondo me rischio la sospensione della sms card! Più che altro per i contenuti!
Chiaro.
Ieri Chiaro l'impedito ha fatto cadere il motoposta: si è rotta la leva del freno posteriore. Cioè, oddio, un colpo di vento ha reso il parabrezza del motoposta una vela... un motorino con altre ambizioni, direi.
Stamattina perciò il nostro fido Chiaro si è compresso nel furgoposta con un altro portalettere, ancora più XXL di lui, ed è andato a ritirare il motoposta. Il tempo di far retromarcia nel vicoposta, e comincia uno degli acquazzoni più spettacolari degli ultimi tempi. Alle 8.45 il mercato era già pieno, fuggi fuggi generale, traffico impazzito, strade allagate (oddio, fiumi in piena)...
I nostri fidi postini arrivano al meccanoposta, dall'altra parte della città, oltre la ferrovia, oltre il ponte, oltre quasi-tutto-tranne-via-Olanda, e ormai anche oltre il fiume... i motoposta sono fuori! Beh, almeno si lavano. Il tempo di una sigaretta, due, e poi spiove.
Oggi niente danni, ho perfino smaltito la posta dell'ULTIMA strada prima della fine della Terra, il che mi rende felice: domani non dovrò ritornarci.
Chiaroposta.
Sobabini - Alan Skidmore & Amampondo