E dopo la svolta epocale del 23 agosto, posso segnare agevolmente anche il 30 agosto tra le date significative. Perché se è vero che sto cercando frutti di cui cibarmi, è anche vero che devo sempre continuare a seminare.
Grazie Doc, spero che vada tutto bene.
agosto 30, 2011
agosto 30, 2011
agosto 24, 2011
agosto 24, 2011
E il naufragar m'è dolce in questo male
Credo che le persone dopo un po' si stanchino di farsi mancare, credo che dopo un po' dovrebbero tornare e restare.
Credo che dovrebbero tirare fuori da sotto il letto tutti i ricordi che avevano messo a tacere per non farsi male, dovrebbero far parlare i silenzi che un tempo hanno soffocato con il cuscino dove ogni notte piangevano.
Credo che a chi è stato via per troppo tempo nasca dentro quella voglia di stupire chiunque, un giorno tornare cambiato che ti conosci solo te stesso, con un'armatura addosso che a colpirti il cuore nemmeno con le cannonate ci arrivano.
C'è chi è debole e il coraggio l'ha seppellito da qualche parte nella stanza di un hotel, perdendo tutto i sogni che si era nascosto nelle tasche interne della giacca, e non torna, non tornerà più.
Ci son addii che sanno farti male, che sanno come prenderti e come girare il coltello nella piaga, ti conoscono e si incastonano fra la pelle fino a che non t'arrendi a quella voglia di non smettere mai di piangere.
Ci son persone che usano solo il tempo futuro: "tornerò", "resterò", "amerò"; son quelle più imprevedibili, che te le ritrovi con un mazzo di fiori dietro la porta e il giorno dopo ti salutano dal finestrino con un fazzoletto vicino agli occhi.
Spesso ci si perde, ci si ritrova, ci si ama e ci si abbandona senza spiegazione. È accaduto e te ne fai una ragione, si accumulano ricordi in soffitta che tra un po' ti crolla sulla testa.
Credo che le persone dopo un po' dovrebbero semplicemente non partire mai, non andarsene se non con chi si ama. Restare, restare (per) sempre.
(da FB)
Credo che dovrebbero tirare fuori da sotto il letto tutti i ricordi che avevano messo a tacere per non farsi male, dovrebbero far parlare i silenzi che un tempo hanno soffocato con il cuscino dove ogni notte piangevano.
Credo che a chi è stato via per troppo tempo nasca dentro quella voglia di stupire chiunque, un giorno tornare cambiato che ti conosci solo te stesso, con un'armatura addosso che a colpirti il cuore nemmeno con le cannonate ci arrivano.
C'è chi è debole e il coraggio l'ha seppellito da qualche parte nella stanza di un hotel, perdendo tutto i sogni che si era nascosto nelle tasche interne della giacca, e non torna, non tornerà più.
Ci son addii che sanno farti male, che sanno come prenderti e come girare il coltello nella piaga, ti conoscono e si incastonano fra la pelle fino a che non t'arrendi a quella voglia di non smettere mai di piangere.
Ci son persone che usano solo il tempo futuro: "tornerò", "resterò", "amerò"; son quelle più imprevedibili, che te le ritrovi con un mazzo di fiori dietro la porta e il giorno dopo ti salutano dal finestrino con un fazzoletto vicino agli occhi.
Spesso ci si perde, ci si ritrova, ci si ama e ci si abbandona senza spiegazione. È accaduto e te ne fai una ragione, si accumulano ricordi in soffitta che tra un po' ti crolla sulla testa.
Credo che le persone dopo un po' dovrebbero semplicemente non partire mai, non andarsene se non con chi si ama. Restare, restare (per) sempre.
(da FB)
agosto 15, 2011
agosto 15, 2011
Festività
Oggi si festeggia l'Assunzione di Maria!
Versione A)
Almeno c'è qualcuno che lavora in questo cazzo di Paese.
Versione B)
Visto che lei è già "addentro", non è che può fare qualcosa per noi? Una spintarella, n'aiutino...
Versione C)
Sì, ma che modo di assumere maria viene festeggiato? La canna o il bong?
Versione A)
Almeno c'è qualcuno che lavora in questo cazzo di Paese.
Versione B)
Visto che lei è già "addentro", non è che può fare qualcosa per noi? Una spintarella, n'aiutino...
Versione C)
Sì, ma che modo di assumere maria viene festeggiato? La canna o il bong?
I comuni che ho visto
Vernazza (SP), Isole Tremiti (FG), Peglio (PU), Villetta Barrea (AQ), Fiastra (MC).
E che scompariranno.
E che scompariranno.
agosto 13, 2011
agosto 13, 2011
Voce di uno che grida nel deserto
AKA Tante cose da dire ma nessuno che ascolti
Una biografia sputtanatissima fu intitolata "I miei primi quarant'anni". la mia sarebbe un'enciclopedia, una voluminosissima serie di tomi che per leggerli servirebbero quarantacinque anni. Zippati fanno tre settimane.
"La vita comincia a quarant'anni", dissero gli antichi. E allora, di grazia, mi dite che merda è quella che sto vivendo ora?
Medito di cambiare vita, nazione e persone per sfuggire a queste catene. Ci son voluti trentotto anni (quest'anno nemmeno gli auguri sul blog, cioè... che odio!) per sentirle così pesanti. Sembra anche che io abbia trovato più o meno il posto giusto, ma ci sono delle faccenducole burocratiche che mi legano ancora a questo posto infame: sto chiudendo lo studio e il proprietario probabilmente porterà per le lunghe tutte le operazioni per non perdere nemmeno un mese di affitto. Questo vorrebbe dire che non sarò libero prima di fine ottobre... un vero dramma.
Le persone più care che ho mi hanno cacato a spruzzo quando sono tornato da Cambridge. In due non mi hanno stretto nemmeno la mano, e uno di questi non mi ha salutato. D'accordo, i rapporti sono freddi, maccheccazzo! Ma io ho portato a ciascuno di loro un regalino, perché sono pazzo.
Poi ci sono persone che mi hanno intravisto da lontano e sono corse a salutarmi; ad esempio, il ragazzo di un'amica stasera mi ha regalato un sorriso stupito che mi ha letteralmente investito! E che dire degli sguardi accoglienti di altre persone che conosco a malapena? Non capirò mai la povera umanità che popola questa povera Terra.
E poi la sfiga che regna sovrana. In Inghilterra ero l'unico al quale non è stato accettato il roaming internazionale ed ho dovuto comprare una SIM britannica. Nella gita a Londra ho scordato il telefono al college (e per fortuna non è successo nulla!). Mi è caduta la gloriosa macchina fotografica, alla quale s'è staccato di netto l'obiettivo. Ne ho comprata una nuova un'ora dopo, ma il POS non accettava la mia carta bancomat, quindi ho fatto una corsa a prelevare. Ho dimenticato di consegnare la chiave della stanza e la tessera elettronica al momento della partenza; le ho spedite in busta chiusa da Heathrow mentre i ragazzi erano al check-in, ma il giorno dopo la busta è arrivata aperta senza chiave. E, dulcis in findus, il DVD che ho registrato durante le serate con la videocamera... è illeggibile.
Ora mi chiedo: cos'avrò mai fatto di tanto grave e sordido nelle mie vite precedenti da meritare tutto ciò? Sono stato l'equivalente di Scilipoti presso il Celeste Impero? Ero il lucidascarpe di Pizarro? Il dentista del Conte Vlad? Aiutatemi, se potete!
Una biografia sputtanatissima fu intitolata "I miei primi quarant'anni". la mia sarebbe un'enciclopedia, una voluminosissima serie di tomi che per leggerli servirebbero quarantacinque anni. Zippati fanno tre settimane.
"La vita comincia a quarant'anni", dissero gli antichi. E allora, di grazia, mi dite che merda è quella che sto vivendo ora?
Medito di cambiare vita, nazione e persone per sfuggire a queste catene. Ci son voluti trentotto anni (quest'anno nemmeno gli auguri sul blog, cioè... che odio!) per sentirle così pesanti. Sembra anche che io abbia trovato più o meno il posto giusto, ma ci sono delle faccenducole burocratiche che mi legano ancora a questo posto infame: sto chiudendo lo studio e il proprietario probabilmente porterà per le lunghe tutte le operazioni per non perdere nemmeno un mese di affitto. Questo vorrebbe dire che non sarò libero prima di fine ottobre... un vero dramma.
Le persone più care che ho mi hanno cacato a spruzzo quando sono tornato da Cambridge. In due non mi hanno stretto nemmeno la mano, e uno di questi non mi ha salutato. D'accordo, i rapporti sono freddi, maccheccazzo! Ma io ho portato a ciascuno di loro un regalino, perché sono pazzo.
Poi ci sono persone che mi hanno intravisto da lontano e sono corse a salutarmi; ad esempio, il ragazzo di un'amica stasera mi ha regalato un sorriso stupito che mi ha letteralmente investito! E che dire degli sguardi accoglienti di altre persone che conosco a malapena? Non capirò mai la povera umanità che popola questa povera Terra.
E poi la sfiga che regna sovrana. In Inghilterra ero l'unico al quale non è stato accettato il roaming internazionale ed ho dovuto comprare una SIM britannica. Nella gita a Londra ho scordato il telefono al college (e per fortuna non è successo nulla!). Mi è caduta la gloriosa macchina fotografica, alla quale s'è staccato di netto l'obiettivo. Ne ho comprata una nuova un'ora dopo, ma il POS non accettava la mia carta bancomat, quindi ho fatto una corsa a prelevare. Ho dimenticato di consegnare la chiave della stanza e la tessera elettronica al momento della partenza; le ho spedite in busta chiusa da Heathrow mentre i ragazzi erano al check-in, ma il giorno dopo la busta è arrivata aperta senza chiave. E, dulcis in findus, il DVD che ho registrato durante le serate con la videocamera... è illeggibile.
Ora mi chiedo: cos'avrò mai fatto di tanto grave e sordido nelle mie vite precedenti da meritare tutto ciò? Sono stato l'equivalente di Scilipoti presso il Celeste Impero? Ero il lucidascarpe di Pizarro? Il dentista del Conte Vlad? Aiutatemi, se potete!
agosto 06, 2011
agosto 06, 2011
Il ponte sul fiume Cam
Sono tornato sfinito e senza pensieri. Strano come le energie fisiche e mentali siano così strettamente legate: quando ero fisicamente a pezzi, non c'erano pensieri. E non ce ne sono tuttora.
Ho perso cinque chili in quattordici giorni, fatto mezze maratone a London City, trascinato ciurme di animali appena minorenni per le strade di Cambridge, mi sono sdraiato sui prati, ho messo fine al diluvio universale e sono sopravvissuto ad una marea di piccole sfighe ed importanti dimenticanze grazie ad uno spirito di adattamento che credevo perduto.
E' facile vivere ovunque altrove. E' difficile invece costruirvi la propria casa.
Non ho radici e non ne avrò mai. Forse è questa la mia più grande forza.
Ho perso cinque chili in quattordici giorni, fatto mezze maratone a London City, trascinato ciurme di animali appena minorenni per le strade di Cambridge, mi sono sdraiato sui prati, ho messo fine al diluvio universale e sono sopravvissuto ad una marea di piccole sfighe ed importanti dimenticanze grazie ad uno spirito di adattamento che credevo perduto.
E' facile vivere ovunque altrove. E' difficile invece costruirvi la propria casa.
Non ho radici e non ne avrò mai. Forse è questa la mia più grande forza.
luglio 20, 2011
luglio 20, 2011
Treno in transito
Attenzione! Espresso per Napoli delle ore 00:10 in transito. Allontanarsi dalla linea gialla. Ripeto, allontanarsi dalla linea gialla.
NO! NON DA QUEL LATO!
E' che volevo vederlo da vicino quel treno. Ma non da dentro, non volevo salirci sopra. Io volevo vedere come si incastravano le ruote sui binari. Molto da vicino. Mentre era in movimento. Portandomi altrove.
NO! NON DA QUEL LATO!
E' che volevo vederlo da vicino quel treno. Ma non da dentro, non volevo salirci sopra. Io volevo vedere come si incastravano le ruote sui binari. Molto da vicino. Mentre era in movimento. Portandomi altrove.
luglio 16, 2011
luglio 16, 2011
Eccesso di intelligenza
Soffro di una grave malattia: eccesso d’intelligenza… o come dire dismisura o trapassamento del giusto mezzo. Che sventura! Mi manca quella soda, compatta stupidità che ti colloca un uomo nella vita, te lo fa stare fermo su tre idee sempre le stesse e prese in accatto, e del quale si dice con ammirazione che quello là sa quello che vuole.
Ma io che non voglio niente? Per forza. Per colpa di questa malattia che non lascia ombre all’illusione, ma in un baleno ti scopre tutti gli aspetti delle cose, te le fa vedere e dentro e fuori, e non solo come sono ma come erano e come saranno; te le sminuzza, te le frantuma, te le polverizza, te le annienta… e che fare, che combinare in un mondo nel quale ti pare che tutto è niente? [A. Savinio]
Ma io che non voglio niente? Per forza. Per colpa di questa malattia che non lascia ombre all’illusione, ma in un baleno ti scopre tutti gli aspetti delle cose, te le fa vedere e dentro e fuori, e non solo come sono ma come erano e come saranno; te le sminuzza, te le frantuma, te le polverizza, te le annienta… e che fare, che combinare in un mondo nel quale ti pare che tutto è niente? [A. Savinio]
luglio 04, 2011
luglio 04, 2011
La fine
Non credo di farcela. Le mie capacità sono assolutamente sottodimensionate rispetto a quello che richiede questa guerra.
Mi arrendo.
Mi arrendo.