Inequivocabilmente ed inesorabilmente depresso
Sapevo che il fondo l'avrei toccato. Eccolo.
Ascolto "Practice is perfect" di Andy McKee e godo, ma con l'ansia di buttarmi sulla cosa in assoluto più depressogena che possiedo: la seconda parte del Requiem di Verdi.
Quella che ho sempre amato, che ho cantato sprizzando ossimoricamente gioia da tutti i pori. Quella che non canterò mai più perché è apparsa la scritta "Game over".
Libera me de morte æterna in die illa tremenda.
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