BOOM!
Un mese dopo l'abbattimento delle Torri Gemelle ero a Roma, in piazza S. Pietro, a cantare per il Papa e per la Rai. Le misure di sicurezza erano rigidissime: poliziotti, cani, metal detector, pass per gli artisti, documenti di identità, zone riservate, sala prove, perquisizioni degli zainetti e mani addosso... era la prima apparizione del Papa in pubblico dopo quell'avvenimento terribile.
Cantavo con tutti gli altri, con le telecamere puntate in faccia, immerso nella musica (altri nella preghiera, ma ciascuno nel suo brodo, ecco...) e pensavo che nei film, quando sta per esplodere una bomba c'è sempre un timer che arriva a zero, l'attentatore che corre al riparo, una miccia che corre scintillando... Invece lì non ci sarebbe stato niente, nessun avviso, nessun controcampo ad avvisarci di una esplosione.
Così è quando va via la felicità. Ci sei dentro, sei immerso, e improvvisamente un BANG, un BOOM ed essa svanisce. Nel cratere della nostra anima, se sopravviviamo, il compito arduo è sempre quello di spazzar via le macerie e ricostruire la nostra felicità.
Io non credo affatto che non si può essere felici. Gli impedimenti tra noi e la felicità sono due:
- non sappiamo com'è fatta, quindi finché non viene a mancarci completamente non riusciamo a capire quello che abbiamo.
- pensiamo che sia talmente grande e lontana che per raggiungerla ci voglia chissà quale sforzo sovrumano e non ci accorgiamo delle piccole cose quotidiane che ci illuminano la vita.
E se decidessimo di essere tutti felici, senza BANG o BOOM?
3 Comments:
E' il miglior proposito che abbia letto ultimamente ! :-)
hai risposto esattamente alla questione sulla felicità che scompare, alla fine la maggior parte del tempo la si passa a ricostruir macerie.
anthony de mello diceva che l'ostacolo maggiore che ci impediva di arrivare alla felicità era proprio l'idea della felicità stessa.
non posso andare nei dettagli perchè sarebbe troppo lungo e non è detto che interessi, non ho più quel libro, ti consiglio di leggerlo tu da te, si chiama "messaggio per un'acquila che si crede un pollo", l'ho consigliato a molte persone..
comunque siamo d'accordo, abbiamo un'idea distorta della felicità e molto spesso leghiamo la nostra felicità a qualcosa e ci vincoliamo al fatto che se non raggiungiamo quel qualcosa non saremo felici mai, identifichiamo la felicità con qualcos'altro
senza volerlo ho ricordato quel passo di a.d.m. ma non è semplice fotocopia, è una delle poche persone che vede la vita come la vedo io, insieme a bukowski e a qualche altro povero diavolo che ora è sottoterra..
come disse lucy van pelt in risposta a un proposito del genere di charlie brown: "why don't you wish for some wings?"
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