Premio Nobel alla volpitudine!



Stamattina sveglia alle 7: tutta la famiglia fa un centinaio di chilometri per un viaggio faticoso e assolutamente non piacevole. Torniamo alle 14, pranziamo e andiamo a nanna.

Avevo puntato la sveglia alle 18.30, perché già consapevole del fatto che non sarei riuscito ad andare a far terapia al piede. Aspettavo una telefonata dal collega più "zecca" e sfruttatore che ho, quindi ho spento il cellulare, ho chiuso porta e finestra e mi sono accomodato.



Alle 18, più puntuale di uno shinkansen, più invadente di un harakiri, più noioso di un ikebana, squilla il telefono. Era lui, che dice a mia madre "Sono kdsfòlskjhg, dfdfhiofadofadsfopchiamatosulc ellularemaeraspentojdfhks...". Mia madre corre in camera col cordless, urla: "Il collega al telefono!".

Le mie risposte, nell'ordine:

"Mmmm".

"Sì".

"Sì".

"Sì, stavo dormendo".

"Tra un'ora".

"Sì".

"Ciao".



"Scusa mamma, sto dormendo, ho il cellulare spento, LUI ti dice che è spento... tu che fai? MI SVEGLI??? MA VAI A CACARE!"



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Tu, o mio lettore, ad una madre così zelante, petulante, sfracanante, CHE CAZZO LE FACEVI???



Sai, giusto per capire se chiamare una betoniera è stato un po' esagerato...