SOGNO



 





Stanche luci avvolgono il mio viso ma non mi svegliano se non dopo attese infini­tamente brevi impregnate di immagini vane.



Un uomo mi perseguita; è lì, di fianco a me, davanti a me, e io davanti a lui, forse per sempre.



Nel sogno, nella veglia, nel sogno, nella veglia e le vergogne dell'ombra svanisco­no nel dolore ancestrale.



Spirito del vuoto, tu che danzi alla luce della luna e che l'avvolgi in eclissi sfug­genti, tu che sacrifichi te stesso in polveri di tutto e di niente, vattene!



Tu che agiti pensieri di vita e di morte, tu che provochi piaceri acuti nel loro non-essere, tu che partorisci in grotte desolate creature sterili, VATTENE!



Tu che hai padri fecondi, tu che getti nel fango gli amici, tu che sconvolgi le verità, muori!



Tu che assoldi creatori impazziti, tu che maledici le unioni fraterne, tu che metti il buio al centro del sole, tu che uomini bastardi e donne puttane...



E io declamo tremante di fronte al mio occhio blu e bevo caffè con sale e profumo di cuoio, versando lacrime come fiumi nel deserto.



Verrà il giorno della vendetta contro di te, o grande spirito del vuoto, mio orco dalle grandi fauci, cavallo con gli occhi iniettati di sangue e di rabbia.



Ci rivedremo, una notte!




 





19 aprile 1996