Ecco la mia idea sulla "fine".



Aprile 1997: Finisce uno splendido rapporto di amicizia con un ragazzo fantastico; avete in mente quelle amicizie in cui ti si apre il cuore in una ventata di aria fresca ogni volta che vedete quella persona? Beh, è finita (l'ho scoperto troppo tardi, mica sul momento!) perché non riuscivo ad accettare completamente il suo modo di essere: i suoi cambiamenti da diciottenne sono stati troppo repentini per me e il fatto che cercasse "vita" altrove (spinelli, sale giochi, coca...), mi ha spiazzato! All'epoca ero "operatore" in una comunità per tossicodipendenti, quindi con una forma mentis assolutamente rigida per certe cose. Il 27 aprile gli scrissi una cartolina da Roma, dicendogli che aveva esattamente un mese di tempo per ridarmi la Smemoranda che gli avevo prestato, "poi si vedrà...".



Maggio 1997: Come se non ci fossimo mai conosciuti! Il 26 maggio però non ci siamo rivisti, come se intendessi dargli una proroga (che bastardo, eh?)... ma il destino era in agguato.



Giugno luglio agosto 1997: Per via del casino successo a mia madre (l'ho portata lontano per un delicato intervento chirurgico) sono stato fuori, con il corpo e con la mente, per tutto il tempo... e poi, mica avevo la forza di pensare a lui! Fine agosto: Vabbe', ricominciamo. Ci siamo rivisti un paio di volte, abbiamo scambiato le nostre opinioni su quello che era successo e, con un po' di paura, avevamo (avevo) deciso che si poteva andare avanti.



20 settembre circa: Per più di dieci giorni non ci siamo visti e siccome mi aveva detto che non stava passandosela molto bene, mi sono un po' preoccupato; dalla Comunità, dove stavo facendo il turno di notte (erano le 19.30, non pensate ad orari assurdi), mi sono deciso a chiamarlo. Risultato: mi ha sbattuto il telefono in faccia con un "ti avevo detto che avrei chiamato io"!
Sono per principio contro la maleducazione; qualunque cosa avesse fatto o detto dopo quella telefonata (non ha fatto nulla, per sua fortuna), lo avrei stroncato, ucciso, incendiato e mangiate le ceneri! E l'ho fatto: da allora non ci siamo più salutati o parlati, neanche a distanza o tramite intermediari!



Aprile 1998: Una serie di coincidenze mi ha spinto a pensare alla riconciliazione, ma non è bastato: non avevo solo l'orgoglio che "remava contro", ma anche la coscienza di aver detto e pensato cose non propriamente corrette sul conto del tipo. Stranamente non lo vedevo da troppo tempo, tre mesi, nonostante lui abiti nel palazzo di fronte al mio. Ma poi l'ho visto tre volte in due giorni... strana, come frequenza: non era mai successo neanche quando eravamo ottimi amici! Allora ho pensato che era veramente un segno e quando l'ho rivisto, il giorno dopo (24 aprile) per la quarta volta in così poco tempo, dopo i primi istanti di reticenza, mi sono sorpreso a correre verso la macchina, a inveire contro coloro che mi si paravano davanti con le macchine facendomi rallentare e, una volta raggiunto, gli ho dato un passaggio in centro, chiedendogli se era disposto a parlare. L'appuntamento venne fissato, guarda caso, il 27 aprile... un anno dopo!



Il resto è storia: ora siamo all'idillio! Forse c'era proprio bisogno di un anno di pausa nel nostro rapporto per renderlo più saldo e motivato. Ciascuno di noi due ha perso un periodo difficilissimo della vita dell'altro, siamo cresciuti separatamente ma con un percorso che stranamente convergeva in un unico punto: "noi". Non penso che tutto ciò sia casuale; tutta questa serie di coincidenze (ne ho elencate solo alcune... ci vorrebbe un romanzo per raccontarle tutte!)... mica è possibile che tutto ciò sia avvenuto casualmente!
E poi, cosa fondamentale, è stata la prima volta che ho ricominciato sul serio con una persona: in venticinque anni di cocciutaggine non era mai successo!



Chiaro.